Alla fine anche Alan Ket (Alan Mariduena), famoso graffittaro newyorkese, è stato arrestato perché accusato di vandalismo.
Nonostante gli sia riconosciuto un indubbio talento, testimoniato dalle sue partecipazioni ad istituzioni d’indubbia fama come Princeton e Harvard e conteso dalle multinazionali Atari, Moet & Chandon ed Mtv come consulente, non c’è stato nulla da fare: le procure di Manhattan, Brooklyn e Queens lo hanno accusato per violazione di proprietà. Nei prossimi mesi i tre processi potrebbero concludersi con decenni di prigione oltre una multa astronomica.
Le centinaia di fotografie di graffiti, realizzati poche ore prima e subito rinvenute nel suo pc sono le prove che inchioderebbero Alan Ket. Ma il writer si difende dall’accusa dicendo di essere vittima di una persecuzione politica condotta dal sindaco Bloomberg il quale è in aperta lotta con il famoso designer Marc Ecko, chiaramente pro-graffiti, per il videogioco “Gettino Up: Contents Under Pressure” disegnato da Ket e dalla Ecko Unlimeted per Atari, considerato un vero e proprio “incitamento al crimine con la bomboletta”.
Nell’agosto del 2005 il Comune di NY vietò la festa promozionale di lancio del gioco perché Ecko aveva ingaggiato 20 giovani per realizzare dei graffiti su pannelli di metallo con un forte richiamo alle porte dei treni delle metropolitane.
In seguito un giudice federale fece ritirare il divieto rimproverando il sindaco di aver violato il primo emendamento che sancisce la libertà d’espressione.
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