Mercoledì 20 novembre 2007 l’Associazione Nazionale Antigraffiti, nelle persone del suo Presidente, Vittorio Pessina, del suo Coordinatore, Andrea Amato, e del Presidente del Comitato La Cittadella, Pierluigi Maestro, ha incontrato il Coordinatore dei Giudici di Pace l’avvocato Vito Dattolico.
Con questo primo confronto l’Associazione cerca di capire quale siano le forze in campo per poter affrontare in modo vincente il contrasto con il fenomeno dei graffiti vandalici.
Il coordinatore si è dimostrato sin da subito sensibile al problema (vedi articolo apparso sul Corriere della Sera del 5 luglio 2006).
Innanzitutto l’avvocato ci tiene a precisare che attualmente esistono già tutti gli strumenti giuridici per incriminare e condannare gli imbrattatori.
Quindi sarebbero inutili quei disegni di legge, mai approdati alle camere ma rimasti in Commissione Giustizia, che prevedono pene più severe come addirittura il carcere.
Il problema quindi rimane quello di far applicare le leggi già esistenti…
L’avvocato Dattolico aggiunge che i Giudici di Pace sono competenti per un certo livello di reati minori fra i quali quello previsto dall’articolo 639 del codice penale: l’imbrattamento.
Il vantaggio di tale organo giudiziario è che le loro sentenze sono tempestive e le loro possibili sanzioni sono adeguate, certe e prontamente eseguite.
Il problema è che la loro operatività è subordinata alla valutazione della Procura che, ricevuta la notizia del reato, deve qualificare la fattispecie per inoltrarlo agli organi competenti per giudicarlo: spesso questa operazione, apparentemente non rilevante, è il primo ostacolo per contrastare tale atto vandalico.
Può capitare che la Procura consideri tale reato di competenza del Tribunale (classificando l’atto illegale come danneggiamento). Così facendo il danneggiamento rientra tra i reati minori da sottoporre al Tribunale che valuterà successivamente tale reato rispetto ad altri considerati più gravi e importanti.
Quindi, primo obiettivo è fare in modo che la domanda di querela venga sottoposta al giusto organo competente: il Giudice di Pace.
In secondo luogo, affinché l’eventuale reato venga sottoposto ai Giudici di Pace determinante è l’accertamento.
L’attività investigativa è fondamentale per l’individuazione dei responsabili.
Ma spesso la polizia non tiene sottocontrollo il fenomeno dell’imbrattamento, oltre che per i soliti motivi ( carenze di organico e differenti priorità) anche perché, tale impegno risulta il più delle volte improduttivo, perché tali reati vengono di solito archiviati dalla Procura .
La Procura a sua volta , oberata da reati più gravi, in assenza di precisa querela di parte con espressa richiesta di condanna dei responsabili, è incline a proporre l’archiviazione di tali reati minori.
La materia dunque raramente arriva sul tavolo del giudice.
La sovrapposizione delle suddette fasi e la complessità interconnesse non producono azioni repressive adeguate.
Occorre un’attività dunque di sensibilizzazione generale ( prefetto, questore, procura )
Anche il Comune può intervenire: con recenti disposizioni di legge è stata delegato alla Polizia Municipale il potere di avviare autonomamente l’azione penale.
A tal proposito il sindaco Moratti aveva dichiarato l’intendimento di costituire un apposito nucleo di polizia urbana (15-20 vigili) con compiti investigativi.
L’avvocato conclude l’incontro sottolineando:” E’ fondamentale la qualifica di reato per non farlo diventare il meno importante dei più gravi e mantenerlo così nella sfera del giudizio del Giudice di Pace. ”
E aggiunge :”A Roma, per esempio , presso l’ufficio dei Giudici di Pace, esiste una sezione distaccata della Procura. Tale contiguità logistica agevola il lavoro della Procura stessa con lo smaltimento di numerosi reati minori che vengono appunto celermente delegati ai Giudici di Pace”.
Per una migliore visione della materia l’avvocato ci consiglia di rivolgerci al Sostituto Procuratore dottoressa Maria Luisa Da Meno che è il coordinatore dell’ufficio SDAS (Sezione Definizione Affari Semplici).
>Leggi l’articolo “Stop ai graffitari”. I giudici di pace: li puniamo noi
Ps: attualmente il posto di responsabile della SDAS fa capo al dott. Riccardo Targetti.
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