Milano, 11 ottobre 2008
Leggiamo con stupore l’articolo uscito oggi su Metro Milano: “On line il museo dei murales. Nasce il sito che censisce i graffiti. Le opere milanesi le più votate”. Il sito cui fa riferimento il pezzo (www.streetmuseum.it) pubblica tutte le “opere di street art” segnalate dagli utenti e bandisce premi per i migliori graffitari. Il progetto si definisce “di censimento, valorizzazione del patrimonio artistico della strada e di documentazione della sua storia”.
Francesco Sacchetto del Progetto Milano Muri Puliti dichiara a tal proposito: “Pur condividendo il valore dell’espressione artistica, sottolineo che ciò non può avvenire a discapito della proprietà altrui e in contrasto con le leggi e i regolamenti edilizi”. Aggiunge inoltre che, qualora tali “opere” risultassero illegittime, inviteranno il Nucleo per il Decoro Urbano della Polizia Locale di Milano a indagare sulla liceità delle “opere” esposte sul sito.
“Non si tratta di considerare un graffito per il suo valore estetico o artistico: il discrimine sta semmai nel rispetto o meno della legalità”, afferma Andrea Amato, segretario dell’Associazione Nazionale Antigraffiti.
Sono o non sono autorizzati i muri su cui gli “artisti di strada” di Street Museum hanno espresso la loro creatività artistica? Quest’ultimo il nodo centrale su cui vorremmo che la società civile tutta riflettesse.
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