A due passi dall’Archivio di Stato di Napoli si scrive un’altra pagina triste per il Centro Storico partenopeo, patrimonio dell’Umanità dal 1995. Infatti proprio in questo giorni il Comune di Napoli, già al centro delle polemiche nel giugno 2009 quando trasformò 426 ex detenuti in scorte per i turisti della città, torna protagonista di una singolare iniziativa.
Dai primi di febbraio per chi percorre piazzetta Arcangelo Scacchi troverà un gruppetto di operatori dei Servizi Socialmente Utili impegnati come novelli restauratori nella pulizia del ponte di fine ottocento che permette di transitare da via del grande Archivio all’adiacente via Miroballo.
I sedicenti operatori riunitisi in gruppetto di 7 persone, con tanto di pettorina con il logo del Comune di Napoli recante la scritta “Restauro Monumenti”, hanno contrassegnato l’area dell’intervento con dello scotch di carta per poi procedere a ripulire, a colpi di spazzole di ferro, una zona del ponte vandalizzata dai graffitari.
“Nel 2008, con la collaborazione del Comitato Portosalvo di Antonio Pariante, presentammo al Comune un progetto denominato sentinart che prevedeva l’utilizzo di neolaureati restauratori, reclutati presso le Università cittadine, come addetti per il monitoraggio e la pulitura dai graffiti nei luoghi d’arte dell’area Unesco – spiegano i membri dell’associazione di Portosalvo Giovani – venire che a conoscenza che questo progetto è servito come ispirazione per dare un occupazione sociale agli L.S.U è disarmante”
Ed è per questo che gli studenti universitari del gruppo Portosalvo Giovani guidati dal dr. Marcello Mottola e dalla dr.ssa Marianna Vitiello hanno deciso di presentare in massa al Sindaco, al ViceSindaco e agli Assessori alla Cultura e all’Edilizia una domanda di assunzione al Servizio Restauro Monumenti del Comune di Napoli al fine di affiancarsi agli LSU nella pulitura dei monumenti imbrattati.
“L’iniziativa è naturalmente una provocazione – afferma Marcello Mottola, laureato in Restauro presso l’università Suor Orsola Benincasa e tra gli autori della stesura del progetto sentinart – per far comprendere che non si può affidare a persone prive di professionalità interventi tanto delicati in zone tutelate persino dall’Unesco. Tutto ciò diviene paradossale se pensiamo che Napoli ha l’unica Università del Meridione che può formare restauratori professionisti!”
Il Comune di Napoli sembra quindi non dare un taglio con l’arte di arrangiarsi ne tanto meno ridurre al minimo le conseguenze negative prodotte da interventi non professionali.
Portosalvo Giovani
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