MURI IMBRATTATI DAI WRITER. FERMARE IL DEGRADO

Riportiamo l’editoriale, apparso oggi sulle pagine di Milano del Corriere della Sera, a firma dell’Architetto Gianni Ravelli.

Un ringraziamento particolare all’autore del pezzo per la sensibilità dimostrata sull’argomento e per gli ottimi spunti di riflessione.

Andrea Amato

MURI IMBRATTATI DAI WRITER FERMARE IL DEGRADO

Nessuno ama le rughe. Che, con il passare del tempo, diventano inevitabili. Senza scalfire, però, il fascino di una persona elegante. Al contrario della sciatteria, intollerabile e ingiustificabile. Anche le città scoprono rughe e segni del tempo, ma questo aumenta il loro fascino: attraverso di essi ne leggiamo la storia, secolare o addirittura millenaria. Così è anche per Milano; belli i suoi segni del tempo, intollerabile la sua sciatteria.
Non potremmo utilizzare un’altra parola nel caso di sporcizia delle strade, incuria degli spazi verdi, affastellamento di pubblicità aggressiva (gli striscioni che occultavano parte del Teatro Strehler erano ingiustificabili), scritte e segnacci sulle facciate di case e palazzi, sugli arredi urbani e sui mezzi di trasporto
pubblici. Ne parlammo più volte su queste pagine, definendo i graffiti una emergenza di Milano. Non l’unica: certamente la più visibile. Dunque che il sindaco stesso, alcuni giorni fa, abbia ricevuto i rappresentanti di una associazione di cittadini che si occupano di ripulire facciate di edifici è una vera e propria svolta. Significa che le giuste proteste che si alzano dalla città hanno trovato ascolto in chi guida Milano. E questo è un fatto positivo. L’ascolto è uno dei «cardini» della democrazia. E l’ascolto dei cittadini, da parte di chi governa la città, è fondamentale.
Il primo passo, dunque, è stato fatto. Ora dovrà seguire una fase operativa. Ma, prima, vanno sfatate alcune «leggende metropolitane». Non è vero che ripulire le facciate non serva: anche il writer più incallito, davanti a una superficie da cui vengono continuamente cancellati i suoi segni, vede spuntate le sue «armi». E non è vero neppure che la ripulitura di tag e scritte comporti costi altissimi. Che lievitano semplicemente perché, quando si interviene, lo si fa su tutta la facciata o su gran parte di essa: e questo significa impalcature, grande quantità di materiali, giorni di lavoro. Se si intervenisse periodicamente, con una attività che potremmo definire di semplice pulizia, ecco che tutto sarebbe più semplice e rapido: quindi, meno costoso.
Insomma, manutenzione ordinaria e non straordinaria. Questo, naturalmente, vale per tutte le superfici insozzate. Infine, va ricordato il valore della campagne di comunicazione, indispensabili per ottenere un risultato duraturo nel tempo. Le campagne contro il fumo nei locali pubblici o contro gli escrementi dei cani in città o, ancora, contro il consumo di alcol per chi guida hanno ottenuto risultati. Naturalmente, in questo caso, andrà adottato un linguaggio più aggressivo, che arrivi più facilmente ai giovani. Con queste iniziative, unite alla saggia proposta del sindaco di dare origine a un database e a un coordinamento fra vigili, Atm, Amsa e Ferrovie Nord, otterremo certamente buoni risultati. Recentemente un amico francese mi diceva di non riuscire a capire come una città spesso eccessivamente intollerante verso la movida, i locali all’aperto e i cani, possa tollerare questo autentico scempio urbano.

GIANNI RAVELLI

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