Spettabile Eni,
sono alquanto attonito e sconcertato dalla vostra recente campagna pubblicitaria eni3 in cui una ragazza con una bomboletta spray imbratta un muro pulito per scrivere un testo promozionale relativo a luce, gas e carburante.
Un messaggio, per chi lo guarda, che incoraggia un fenomeno che evidentemente non conoscete e che non deve assolutamente essere incoraggiato: il graffitismo vandalico.
Con la vostra promozione volete aiutare le famiglie a risparmiare attraverso un unico gestore, ma in quest’ottica, che affronta un aspetto economico, non si considerano i danni che i cittadini, proprietari e non, devono sostenere per ripulire le facciate delle proprie abitazioni.
Il fenomeno vandalico è in forte espansione soprattutto in Italia e purtroppo, sempre di più, arrivano writer vandali dall’estero per rovinare quello che qualcuno ha ancora il coraggio di chiamare il bel Paese…
Monumenti, palazzi storici, mezzi pubblici sono costantemente vandalizzati da ragazzi che pensano di fare una bravata o di farsi riconoscere per un’azione che si riflette sia sull’immagine delle città che sulle casse dell’amministrazioni pubbliche, sempre meno propense a ripulire le scritte a causa delle restrizioni economiche, proprie di questo periodo di crisi.
Mi domando se chi ha concepito questo messaggio pubblicitario si sia reso conto del danno che genera non accennando minimamente al fatto che imbrattare i muri è un reato, suscitando inevitabilmente effetti emulativi verso i minori che credono di avere velleità artistiche.
L’Associazione Nazionale Antigraffiti, attenta da diversi anni al monitoraggio di questo fenomeno vandalico rilevando un aumento della spesa per ripulire edifici e monumenti (ogni anno circa 780 milioni di euro spesi in tutta Italia, tra pubblico e privato) e un abbassamento dell’età dei writer (dai 12 anni).
La difficoltà di sensibilizzare e la mancanza di un provvedimento serio per contrastare il fenomeno delle scritte selvagge, porta al reiterarsi di un comportamento illegale, rendendo lettera morta l’art.639 del codice penale rubricato “Imbrattamento”.
Sono diverse le lettere di segnalazione e di diniego che ho ricevuto per questo spot presente su mezzi stampa e televisivi. Non è tollerabile per la nostra Associazione il protrarsi di tale messaggio, inconciliabile con l’obiettivo che perorereste con la vostra offerta commerciale.
Alla luce di quanto scritto sopra, Vi chiedo di rimuovere tale pubblicità perché renderebbe eni3 complice di questo illecito, determinando l’apologia di reato che un’azienda come la vostra, attenta ai principi etici e alla regulatory compliance, cadendo nel paradosso di promuovere pratiche illegali a livello internazionale, non voglia commettere.
In attesa di un Vostro gentile riscontro colgo l’occasione per porgerVi i distinti saluti.
Andrea Amato
Andrea Amato
Segretario Associazione Nazionale Antigraffiti
Ufficio Stampa
Filiberto
27 novembre 2012 at 08:15
Bravo Andrea, ben fatto !!!!!! Non dobbiamo mollare!