Articolo apparso sulle pagine di Avvenire che descrive lo stato di abbandono di un pallazzo del ’500 in pieno stato di abbandono. Una vera vergogna!
(C.D.O)’ E un edificio del XVI secolo l’ex conservatorio di Santa Marta, tornato a onor di cronaca nelle ultime settimane per le vicende dello sgombero del collettivo Bartleby. Un cortile del cinquecento, un porticato del seicento e affreschi della metà del settecento. Non che tutto quello che è antico sia per forza bello, ma l’ex conservatorio di Santa Marta è un palazzo strepitoso. Oggi agli occhi di chi lo guarda, come a me è capitato avendo avuto l’occasione di intrufolarmi prima che l’edificio venisse sgomberato dalle Forze dell’Ordine, l’ex conservatorio sembra un eroe sopravissuto alla guerra di trincea. Graffiti dappertutto (sono convinta che la Street art sia una forma d’arte a pieno titolo ma nei graffiti dell’ex conservatorio il senso artistico ha lasciato il posto a bestemmie, offese e oscenità), cataste di lattine e vetro negli angoli e il colore dei muri alterato dal fumo delle troppe sigarette fumate all’interno. Ora, non so se Bartleby meriti o meno un luogo dove «fare cultura» e qui non si vuole dare spazio a giudizi o a facili luoghi comuni. La cultura è importante, ripeterlo suona banale, e creare progetti per il suo sviluppo deve stare a cuore alle istituzioni, a tutti i cittadini e alla Chiesa. Quello che però è certo è che il povero ex conservatorio di Santa Marta non ha fatto nulla per meritare Bartleby.
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