Adriana Morlacchi
L’idea lanciata dal nostro giornale di rendere i cittadini protagonisti della lotta al degrado urbano sta raccogliendo adesioni, tanto che comincia a delinearsi un’uscita sul territorio. La prima data utile per scendere in campo potrebbe essere il 26 maggio, giornata in cui in Italia si svolgerà la prima edizione del “Cleaning day”.
Partecipazione dal basso «Si tratta di un’iniziativa già accolta da diverse città italiane (Ascoli, Bollate, Como, Firenze, Milano, Monza,
Napoli, Pavia, Roma e Venezia) durante la quale i cittadini si ritrovano per ripulire un tratto di via, una piazza o un parco – spiega Andrea Amato, segretario dell’associazione nazionale Antigraffiti, realtà che offre la propria collaborazione a Varese per combattere tag e imbrattamenti – La giornata nasce dalla partecipazione dal basso e ci piacerebbe fosse diffusa il più possibile». Coinvolgere i volontari consente all’amministrazione di risparmiare e di convogliare le risorse in progetti antigraffiti, magari nell’istituzione di un nucleo antigraffiti di polizia urbana con compiti di indagine e vigilanza preventiva. «Eravamo in 50» Per avere un’idea del risparmio basta l’esempio di via Pisani a Milano, dove l’associazione Antigraffiti ha cancellato 600 scritte spendendo 700 euro. Avvalendosi di ditte specializzate il Comune avrebbe speso 15 mila euro. «In quell’occasione eravamo 50 persone che hanno lavorato gratuitamente – racconta Amato – Il 14 aprile faremo un cleaning nella zona di Milano dove andremmo a ripulire una ventina di saracinesche spendendo 400 euro. Si dice che mancano risorse economiche, ma spesso basta un po’ di buona volontà».
L’assessore comunale alla Tutela Ambientale Stefano Clerici è entusiasta della proposta: «Aderiamo volentieri». Certo, rimane da definire le zone dove agire: «Il Comune non può intervenire sugli spazi privati perché ciò si configurerebbe come “danno erariale”. Anche le colonne di corso Matteotti sono “private a uso pubblico”, di conseguenza lì devono essere i privati ad agire in prima persona. Gli edifici del Comune sono quelli che meno hanno bisogno di essere puliti perché su di essi i nostri tecnici entrano in azione subito, non appena vi appare una scritta o uno sfregio. Comunque farò una valutazione per capire dove i volontari
potrebbero aiutarci».
Chi potrebbe partecipare al Cleaning day? La risposta è semplice: tutti, senza limite di età. «Ho letto le dichiarazioni di un’associazione che ha detto che i propri membri non possono pulire in quanto ultrasessantenni – scrive un attivista dell’associazione Antigraffiti di nome Lorenzo – Mi permetto di ribattere che tale affermazione è frutto di ignoranza». «Essendo io stesso ultrasessantenne e volontario antigraffiti – prosegue – Durante i clean up io e mia moglie non avvertiamo alcuno sforzo particolare nel muovere semplicemente su e giù un rullo di vernice coprente sulle tag. Anzi è una buona ginnastica per niente violenta. Diciamo che tali affermazioni forse sono solo scuse per comodamente starsene a casa e non occuparsi attivamente del problema».
:articolo apparso sul quotidiano La Provincia il 30 marzo 2013
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