A distanza di mesi dall’ultimo intervento, il Museo Diocesano ritorna a essere imbrattato dai soliti vandali della bomboletta spray.
Dopo la scritta sulla parete del Duomo, un altro simbolo di Milano viene colpito dalla demenza dei writer che vogliono lasciare il loro segno ovunque.
Grazie alla collaborazione della Direzione del Museo, che ha subito dato la sua disponibilità all’intervento, sabato 4 maggio 2013 dalle ore 9.30, due cittadini volontari rimuoveranno le scritte.
Di seguito la storia dell’edificio che ospita il Museo Diocesano.
Il Museo Diocesano sorge nella cornice dei chiostri di Sant’Eustorgio, parte integrante di uno dei più antichi complessi monumentali di Milano, costituito dall’insieme unitario della basilica e del convento domenicano, fioriti nel corso dei secoli in un’area significativa per la storia del cristianesimo milanese.
Sulla piazza Sant’Eustorgio si trova ancora oggi il leggendario fonte in cui san Barnaba intorno alla metà del I secolo avrebbe battezzato i primi milanesi, dando inizio alla chiesa locale. La basilica è legata inoltre alla leggenda delle reliquie dei Magi, giunte dall’Oriente proprio con il vescovo Eustorgio, e al culto di san Pietro Martire, il domenicano vissuto nel convento intorno alla metà del XIII secolo, predicatore anticataro e feroce inquisitore.
Sant’Eustorgio è quindi un luogo di storia e di preghiera che incornicia perfettamente le radici del cristianesimo ambrosiano; è infatti, ancora oggi, il punto di partenza della processione d’insediamento del nuovo arcivescovo di Milano, che da qui raggiunge a piedi il Duomo.
Così come li vediamo oggi i due chiostri sono ciò che resta dell’antico convento domenicano che, protetto dalla famiglia Visconti, raggiunse il momento di massimo splendore nella prima metà del XV secolo. Il primo chiostro, contiguo alla basilica, è circondato su tre lati da un porticato con colonnine e deve la sua conformazione ad un intervento seicentesco. Il museo ha sede nel secondo chiostro, oggetto di gravi distruzioni belliche. La ristrutturazione consente di apprezzarne tre lati caratterizzati da un porticato con colonnine binate, la cui eleganza fa supporre l’intervento di importanti architetti lombardi come Carlo Buzzi o Francesco Maria Richini.
Dal sito www.museodiocesano.it/museo/storia/
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