Ci siamo: gli abitanti delle quattordici città sono pronti a rimuovere il degrado.

Mancano poche ore e le città italiane che hanno aderito al PRIMO CLEANING DAY inizieranno la rimozione delle scritte.

Dopo settimane di verifiche, permessi, autorizzazioni, preventivi e acquisti i volontari sono pronti a lanciare un segnale ai propri concittadini: non rassegnarsi al degrado per attivarsi in prima persona, senza demandare tale dovere ad un altro. Menziono il “dovere” perché credo che noi italiani abbiamo la fortuna di vivere in un unico e magnifico Museo e Galleria d’arte che è l’Italia tutta. Ma anche la sfortuna di viverla tutti i giorni dell’anno passivamente, senza rendercene conto, lasciando rovinare il nostro patrimonio sia dall’incuria e dall’indifferenza del pubblico e del privato, e sopratutto da coloro che violentano la nostra storia con selvaggio esibizionismo e tremenda ignoranza. Per questo motivo che abbiamo il DOVERE di difendere questo inestimabile tesoro. C’è spesso confusione quando si ha ancora coraggio di chiedersi se si è in presenza “di opera d’arte o di atto vandalico”. In tutti questi anni l’Associazione Nazionale Antigraffiti si è sforzata di cancellare tale finto dilemma e attraverso il confronto con i media, le istituzioni e con i writer stessi ha provato a ridurre lo sterile dibattito in una sola parola: “permesso”. Senza l’autorizzazione a disegnare su un qualsiasi supporto  si è in presenza di un reato, un atto illegale che non deve approdare sui banchi di un tribunale come una “ragazzata” e tanto meno dovrebbe essere trattato da amministratori pubblici, pseudo critici d’arte e giornalisti come una questione “estetica”. Nell’estrema semplificazione ci si sorprende di quanto si sfiori la banalità nella soluzione. Eppure gli elementi del contendere sono questi e nonostante tutto continuo a sentire la stessa frase: …però alcuni sono belli.”.

Ma oggi sono contento perché gli italiani, i miei concittadini o come mi piace pensare “paesani”, stanno aprendo gli occhi e in modo attivo e risoluto tendono per lo stesso obiettivo: il DIRITTO di avere la città, l’arredo urbano e i mezzi di trasporto puliti e in ordine. Perché la città è nostra e domani, ancora di più, lo sarà.