Niente carcere per il writer che imbratta i cartelli stradali: non è un reato, ma soltanto un illecito amministrativo che quindi va punito con una multa. La linea morbida è stata decisa dalla Corte di Cassazione, che ha deciso di accogliere il ricorso di un writer di Massa inizialmente punito con una condanna a sei mesi di reclusione, sostituiti dalla Seconda Sezione penale della Suprema Corte con una multa di seimila euro per il danneggiamento. La Corte d’appello di Genova, nel luglio 2011, aveva optato per la linea dura, evidenziando come «la vernice aveva reso inutilizzabili i cartelli tanto da determinarne la sostituzione». Ma ora, nel ricorso, la Cassazione ha dato ragione al writer. «È una sconfitta per chi si batte per il decoro urbano nelle grandi e nelle medie città», attacca Riccardo De Corato, di Fratelli d’Italia, vicepresidente del Consiglio comunale di Milano. Che ricorda come proprio nel capoluogo lombardo «associazioni e cittadini sono scesi in strada per pulire muri e cartelli che sempre di più risultano imbrattati di tags e scarabocchi e i writer sono stati indagati al pari di una associazione a delinquere». Protesta anche l’Associazione dei sostenitori e amici della Polizia stradale: «Questi sono atti vandalici e veri e propri attentati alla circolazione. In strada si dà la peggior espressione di se stessi, ma il minimo dispetto è un affronto alla sicurezza».
Articolo apparso sul Corriere della Sera il 2 giugno 2013
Alberto
6 giugno 2013 at 09:43
Una sentenza veramente sorprendente e preoccupante poi che arrivi dalla Cassazione. Perchè dico questo? Perchè mentre pare che stia affermandosi una lettura dei comportamenti illeciti che consideri anche implicazioni e conseguenze degli illeciti, qui si fa solo una valutazione tecnico-legale, probabilmente corretta, ma del tutto “vecchia” rispetto ad un modesto tentativo di innovazione della nostra cultura giuridica. Un cartello stradale imbrattato -e quindi forse illeggibile- potrebbe portare l’utente della strada a non adottare comportamenti corretti o a sottovalutare un pericolo, quindi a fare o subire un danno o peggio. Questo è da valutare caso per caso (se imbratto il cartello dell’indicazione della pensione maria è diverso se rendo illeggibile il cartello di curva pericolosa), ma è qualcosa di più della semplice valutazione amministrativa. Che poi ci siano sanzioni adeguate (sei mesi di carcere?!? ma se ci sono assassini che escono dopo tre mesi!) è un altro discorso (se incominciassimo anche in Italia a dare pene concrete, per esempio 150 ore di pulizia dei cessi….?), ma la sanzione della multa di 6mila euro fa ridere: e quando mai la pagherà?