Ce n’è per tutti i gusti, e non si salvano né le case private né tantomeno i luoghi di cultura. Come il Museo della tappezzeria, nella storica Villa Spada, tra via Saragozza e via di Casaglia. Dove i graffitari, riferisce il direttore, «hanno sfregiato di vernice gialla la terrazza, e per farlo si sono addirittura portati un tavolino, per stare più comodi». Tavolino rimasto lì, in bella mostra, insieme a pennello e barattoli di vernice. Chi sono?
«Ragazzini annoiati – dice al Carlino il responsabile del museo -, che spesso vengono a Villa Spada e rompono o danneggiano qualcosa per divertirsi». NON VA meglio il fronte dei privati. Un residente di via Spataro, fuori Saragozza, ci invia le foto di due muri di palazzi ridipinti di fresco, e subito dopo ‘abbelliti’ da scritte incomprensibili. «Ho risposto alla vostra proposta – scrive il lettore -, ma mi chiedo: pubblicare foto di scempi serve a qualcosa? Non sarebbe meglio rivolgersi ai vari assessorati, capaci solo di limitare il traffico senza far nulla per rendere la città più gradevole?». UNA SIGNORA si è concentrata su via Serlio. «Quelli nelle foto sono gli ennesimi graffiti fatti sul nostro palazzo – avverte -. Prima o poi il Comune prenderà provvedimenti?». Un consigliere del Quartiere San Vitale si preoccupa dei graffiti di piazza Verdi e del Comunale: «In questi luoghi – considera amareggiato – Irnerio e i glossatori hanno dato vita alla scientificazione del diritto…». Resta infine il lavoro di un residente in centro: «Ho fatto un giro tra via San Lorenzo, via Marconi, via Riva Reno e via Lame: 350 metri di strada e 83 fotografie».
Articolo apparso su Il Resto del Carlino il 18 giugno 2013 a firma di Simone Arminio
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