L´INIZIATIVA. Il Pd presenta un reportage sul proliferare delle scritte
Un muro deturpato con simboli legati a un periodo nefasto
Imbrattati … Hanno formato un gruppo su Facebook, e il nome è già un programma: «Svastiche idiote». Si sono ritrovati ieri a Palazzo Barbieri, su iniziativa di Damiano Fermo, consigliere comunale del Pd, e di Stefano Zampini, autore di un reportage, visibile in rete, sulle scritte che deturpano la quarta città turistica d´Italia, per mettere a punto un dossier che documenti il proliferare di simboli legati a un periodo nefasto della nostra storia e per lanciare proposte alle istituzioni e alla cittadinanza. All´iniziativa, «per prendersi carico di parte del problema ed essere parte della soluzione», hanno aderito oltre un centinaio di frequentatori del social network, ma ieri nella Sala Blu al pianterreno del municipio i presenti erano una decina. «Come comportarsi», si chiedono i promotori, «davanti ai simboli nazisti graffitati in giro per la città? Chi li dissemina sui sui muri da quale bisogno è spinto?». E nella mattinata di ieri le proposte non sono mancate. «Innazitutto», esclama Fermo, «chiediamo all´Amia di cancellarle, ma questa operazione deve avvenire alla luce del sole, non di notte: serve un gesto simbolico da parte della politica, una presa di distanza forte da questi simboli di morte e di violenza presenti nella nostra città più che altrove, perché non si tratta solo di una questione di decoro». Fra le proposte c´è anche quella di istituire giornate «ecologiche», coinvolgendo cittadini e associazioni, pulire i siti più imbrattati.
E per quanto riguarda i ponti delle tangenziali, particolarmente presi di mira, di dare spazio ai writers «affinché i loro colori sovrastino le brutture». Le svastiche, ma non solo visto che spesso su muri, sottopassi, cassonetti, segnali stradali si svolge una battaglia all´ultima bomboletta tra opposti estremismi, spiega Zampini «sono presenti più nei quartieri di periferia, forse perché meno videosorvegliati. E sulle pareti degli edifici pubblici le scritte permangono più a lungo che in quelli privati». E.S.
Articolo apparso su L’Arena il 14 luglio 2013
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