Caro Walter, sarà anche una prodezza. Originale! Coraggioso! I tuoi amici ti hanno tributato un applauso per il pericolo affrontato e l’insulto arrecato al ponte appena finito. Era un ponte elegante, solido e leggero: le ampie pareti davano l’idea di un’opera bella, educata. Gli ingegneri e le maestranze che l’hanno costruito
potevano esserne fieri. Un lavoro ben fatto. Ma tu hai sentito che non era giusto che ci fosse una parete pulita nel tuo mondo sporco, una cosa elegante nella tua vita sgraziata. Perciò, non so come, sei riuscito a rovinare gli spazi azzurri scrivendo con una vernice nera e desolata lettere capitali incomprensibili. Da dove viene un tale disprezzo per il lavoro degli altri, per un bene comune? Forse hai bisogno anche tu di qualcuno che cerchi di capire perché quello che butti fuori è così nero, così brutto, così arrabbiato. Hai bisogno di una voce amica e forte che ti restituisca la persuasione di far parte di una comunità: anche i cartelli stradali e le pareti pulite sono un bene comune. E la buona educazione e il rispetto per le cose di tutti è una virtù che fa bene a tutti, anche a te! Chi sa se tuo padre o il tuo prete o il tuo professore sarà capace di dirti la parola di cui hai bisogno. Sarò contento quando sul ponte nuovo forse tu stesso tornerai a stendere, invece che una macchia che offende, un colore che sorrida a chi percorre l’autostrada. Con ogni incoraggiamento.
Lettera apparse su Avvenire del 15 luglio da «L’epistolario del Mario»
Luciano
15 luglio 2013 at 22:58
Bella lettera, davvero. E’ però triste ricordare che gli asini non sanno leggere…..
Mara e Gianmarco
1 agosto 2013 at 21:35
Concordiamo al 300% con la lettera. Ben detto, veramente!!
Mara & Gianmarco Iapoce