LA POLEMICA «Genitori insegnate il rispetto per chi lavora». Un messaggio chiaro e quanto mai diretto, scritto a caratteri cubitali su uno striscione giallo. I destinatari questa volta non sono i graffitari che nottetempo imbrattano muraglioni, panchine, pensiline dei pullman e quant’altro. La nota è indirizzata alle famiglie dei ragazzi che, armati di bomboletta spray, si improvvisano, senza riuscirci, artisti. Nel corso di uno degli ultimi raid è stata colpita, o meglio sporcata la facciata principale del capannone della Primizia Vivai a Pian di Massiano, dove sono in corso dei lavori di ristrutturazione. Lì sono apparse scritte versione murales, che mal si abbinano ai colori delle piante ornamentali prodotte da più di 70 anni. Una vera beffa per i titolari che hanno preso carta e pennelli. «Così si butta al vento un lavoro che va avanti da anni – ha spiegato Stefano Milletti al Messaggero -. È tempo che chi fa queste cose impari il rispetto per il lavoro degli altri. Soprattutto bisogna lanciare un messaggio: non si può fare tutto». Parole decise che derivano dalla rabbia per il danno subito. Una soluzione per rimediare a danni simili secondo alcuni potrebbe essere quella di far pulire, se trovati, gli stessi autori. Ma dalla Primizia invece dicono che «non serve far rimbiancare a chi ha sporcato, dovrebbe essere la famiglia a risarcire i danni». Il motivo è semplice: «Bisogna che i genitori insegnino ai propri figli i giusti valori. La città non è un parco giochi e non si possono fare cose simili». Alla base di tutto, secondo quanto spiegato dai titolari dell’attività, dovrebbe esserci «una maggiore coscienza cittadina da far apprendere attraverso l’educazione civica». Una polemica, anzi una tirata d’orecchie bella e buona insomma. Quanto successo a Pian di Massiano è solo l’ultimo di una lunga lista di casi che hanno fatto infuriare commercianti e residenti. Sono infatti tante le zone della città dove graffitari e writer si sono scatenati. Hanno suscitato polemiche a più riprese a Montegrillo e Ponte d’Oddi i continuo raid dei Los Burritos, gruppo di giovanissimi residenti nei due quartieri che «ha marchiato di tutto un po’». Ma ad essere state ricoperte con le bombolette spray sono state anche le pensiline dei pullman ed i muraglioni in zona rimbocchi. Su un punto in particolare, il muro all’altezza della rotatoria Giovanni Paolo II, si è scatenata una vera e propria guerra. In una settimana quel muro è stato ripulito tre volte, coprendo scritte di ogni genere. L’identikit dei vandali che imbrattano ogni cosa su cui si possa scrivere, non è facile da fare. In alcuni punti della città appaiono frasi anticlericali, in altri nomi delle bande. Ci sono poi le scritte politiche, sportive e persino d’amore. La frase più ricorrente fra i residenti dei quartieri è sempre una: «Quasi sempre non si capisce cosa c’è scritto. Ma qualunque cosa sia è ora di finirla, perché non è possibilespendere per rimediare a simili danni». Nella lunga lista dei precedenti, c’è anche qualche caso in cui gli autori sono stati presi con le mani nella marmellata. È successo lo scorso giugno in via Pellini, quando tregiovani furono identificati e denunciati per il reato di imbrattamento. Intanto c’è chi si muove per cercare di trovare un rimedio. A Montegrillo, una delle zone più colpite, il comitato di quartiere ha chiesto ed ottenuto l’autorizzazione a destinare un muro (che si trova lungo una strada chiusa) alla scrittura con le bombolette.
Come accade alla stazione lungo il curvone di via Cortonese. L’obiettivo è fare sì che i writer abbiano un posto per scrivere evitando così di danneggiare il resto della città.
Articolo apparso il 4 agosto 2013 su Il Messagero a firma di Riccardo Gasperini
Commenti recenti