Il caso Happening dei centri sociali di Occupyestate al cavalcavia Bussa.
Ignorato l’appello della giunta: “Non deturpate quel luogo”
L’azione va contro il risanamento previsto in autunno
Lo slogan: “Diamo vita ai muri grigi”
DUECENTO ragazzi intorno al cavalcavia Bussa con sessanta bombolette spray colorate. Sono rimasti sotto il sole e nel caldo torrido per sette ore ieri, dalle 15 alle 22, in viale Luigi Sturzo, zona Garibaldi, per l’iniziativa “#occupyestate”, jam contro crisi e austerity, organizzata dal centro sociale Cantiere e condivisa da più centri sociali «contro la cementificazione dei quartieri».
I partecipanti hanno allestito stand con panini, peperoni e birra alla spina, portato un generatore di corrente per far funzionare un impianto stereo e dare la possibilità di suonarea chi volesse, distribuito volantini mentre diversi writers sono arrivati con una dotazione robusta di bombolette spray. Prima di usarle, con un rullo hanno imbiancato vecchi murales sul ponte, disegni e graffiti che c’erano già, cancellandoli. Poi hanno colorato il muro laterale con una scritta “No Tav” e la parte sotto al cavalcavia, quella della galleria, unico punto all’ombra, mentre altri hanno attaccato tre striscioni sulle inferriate del cavalcavia. I messaggi: “Expo, debito, cemento, precarietà”, “Stop sfratti” e protesta contro lo sgombero della libreria alla Statale.
Provvidenziale, per il sollievo di alcuni, è stata l’acqua che usciva senza sosta («un dono di Dio, e gratis con
questo caldo terribile») da un tubo montato sulle condutture ancora da sotterrare in uno dei cantieri che
circondano il cavalcavia, dove diversi ragazzi si sono fatti una doccia rinfrescante.
Un pomeriggio rovente all’insegna della «lotta sociale contro sgomberi e sfratti tra un colosso di vetro e cemento e il parchetto lasciato al degrado», per i centri sociali. Ignorato l’appello del Comune a lasciar perdere. Il vicesindaco di Milano, l’assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris, non ci sta: «Chi imbratta il cavalcavia Bussa compie un atto di violenza – aveva tuonato venerdì – perché va contro la volontà di tutti quei cittadini che hanno preso parte con entusiasmo e impegno ad un percorso partecipato con l’amministrazione e che porterà il prossimo autunno a definire il progetto di riqualificazione». Writers, centri sociali e artisti di strada la pensano diversamente: «Per il Comune probabilmente riqualificare significa permettere a palazzinari e speculatori di costruire grattacieli che rimarranno inaccessibili alle tasche dei piùe aprire cantieri infiniti. Noi abbiamo fatto prendere colore ai grigi muri della città vetrina, riqualificando un cavalcavia con muri scrostati, sporchi e affumicati dallo smog». Per il vicesindaco, tuttavia, e lo diceva già il giorno prima dell’iniziativa dei centri sociali, «dispiace vedere come la volontà di pochi non solo rischia di deturpare un luogo della città, ma offende anche l’impegno di tanti nel quartiere che hanno investito nel confronto con l’amministrazione, praticando un percorso di partecipazione attiva e offrendo un contributo concreto al miglioramento della qualità della vita nel quartiere».
Articolo apparso su La Repubblica il 4 agosto di SIMONE BIANCHIN
davide
9 agosto 2013 at 07:45
cioe’, scusate, ma la polizia locale dove cazzo era? e vi prego di non censurarmi perche’ solo questa espressione da l’idea della indignazione che provo da cittadino! DOVE ERA? NON E’ REATO IMBRATTARE? Altro che appelli a “non deturpare”!!!!!!!!
Mike
10 agosto 2013 at 22:04
Direi di organizzare un bell’intervento su quei graffiti politici che devono essere rimossi visto che sono ILLEGALI in collaborazione col Comune e dei VERI artisti per riqualificare il cavalcavia in continuità sottopassaggio P.ta Garibaldi. Non è di certo un no qui no la in gigante a riqualificare un’area. Mi chiedo anche io perchè non è intervenuto nessuno a fermarli!
clemente
19 agosto 2013 at 08:27
Questi sono prepotenti fascisti e mafiosi, altro che “sociali”.
Ovvio che questa giunta li lasci fare.
Come lascia fare quelli dei Macao che okkupano l’ ex macello , con Pisapia che partecipava alle assemblee del Macao quando avevano occupato la torre Galfa.
Coma lascia fare quelli del “piano terra” (via Confalonieri, 3), anche qui edificio comunale okkupato dai soliti noti (quelli che hanno imbrattato il cavalcavia).
Ma i giudici di Mani Pulite pensano solo a Berlusconi.