V’invito a leggere un estrapolato dell’articolo apparso su La Provincia di oggi, 4 settembre, che riporta la solita confusione del dilemma sul graffito “opera d’arte o atto vandalico”. Credo che ancora una volta siamo di fronte a un esempio di cattiva informazione.
Nessuno è contro gli artisti, neanche il sindaco di Pavia che denuncia i graffittari beccati mentre scrivevano sul muro della città.
Non ci stancheremo mai di dirlo: chi interviene su un muro autorizzato è libero di farlo a prescindere dal risultato artistico o dal consenso di chi guarda.
Sarebbe ora di finirla di continuare a fare confusione con questo tipo di comunicazione fuorviante. In Italia dobbiamo sempre interpretare ogni cosa, anche quando la legge è chiara. All’estero il reato dell’imbrattamento esiste e nessuno ha alcun dubbio a identificarlo. Che si concedano i muri ai writer artisti! Abbelliranno zone degradate o ravviveranno alcuni luoghi. Ma non ci si illuda che queste concessioni di aree autorizzate siano lo strumento per ridimensionare il problema. Sarebbe una grave deformazione della realtà facendo sembrare la concessione dell’amministrazione che con un’arrendevole politica di ricatto si piega alle minacce dei vandali.
Diamo spazi agli artisti e facciamo ripulire ai vandali.
Buona lettura.
Andrea Amato
Presidente Associazione Nazionale Antigraffiti
Writers , la linea morbida di Landriano
A Pavia scattano le denunce, il sindaco Aguzzi replica: «Li lasciamo fare, nei luoghi prestabiliti»
LANDRIANO Mentre a Pavia la settimana scorsa, tre writers venivano denunciati al tribunale dei minori di Milano, per aver “imbrattato”alcuni muri della città, a Landriano a circa venti chilometri dal capoluogo i writers possono liberamente esprimere la loro arte e la loro passione per colori e bombolette spray, senza essere denunciati da nessuno. A Landriano non ci si deve nascondere per fare murales, o aspettare che cali la sera per agire nell’ombra come dei malviventi. …
L’amministrazione comunale non solo chiude un occhio, ma indirizza questi sfoghi d’arte. «L’importante che i murales vengano fatti nei luoghi prestabiliti -sottolinea il sindaco di Landriano Roberto Aguzzi- d’altronde, non fanno nulla di male». (…)
L’intero articolo è possibile leggerlo a pagina 15 de La Provincia Pavese
Mauro D'Ambrosio
7 settembre 2013 at 18:49
Il dilemma si pone solo in Italia, il Paese del permissivismo e dell’impunità. E’ uno dei Paesi più interessati dal fenomeno perché non ha una legislazione severa, che equipari il reato all’associazione a delinquere. A parte il senso civico, che va nel dimenticatoio, c’è anche poca furbizia in un atteggiamento del genere, perché si impongono spese folli per ripulitura ai Comuni, e poi si dice che battono cassa. Ti credo!!
alessandra
13 ottobre 2013 at 19:31
semplicemente non è arte. lo sta scrivendo la madre di un ragazzo che si crede un artista di strada! la guerra casalinga i casa è scattata da tempo. la soluzione è che vengano segnalati i compratori di bombolette dai negozianti che comunque vendono. voglio pulire la mia città!
Andrea
15 ottobre 2013 at 13:03
La soluzione è che tutti capiscano che questo è vandalismo, e nulla di più. Fare processi rapidi per comminare pene a chi imbratta, che prevedano la ripulitura dei muri sporcati da loro, o dai loro colleghi, a loro spese. Se si continua a dire “c’è bisogna di comunicare”, “ma alcuni sono belli”, “sono ragazzate” non si arriverà mai a nulla.