Vandali Nella notte incursione nella stazione di San Donato. Imbrattato un treno della linea 3
Rappresaglia-spray: il graffito «dedicato» a Pisapia L’indagine Gli autori delle scritte in metrò erano stati già segnalati in Procura per aver deturpato i muri di largo Grassi e il centro comunale di via Angioli
Poteva sparire e ha ripreso lo spray. Treno Meneghino, vettura 3.141, appena sotto il logo istituzionale del Comune e il marchio di fabbrica Atm. La dedica: «Per… Pisapia!». Vernice nera, stampatello maiuscolo, il messaggio è completato da una faccina stilizzata, uno smile, il sorriso beffardo degli intrepidi (o degli incoscienti). È una cartolina per il sindaco, e una provocazione: io non ho paura. Il mittente si fa chiamare Sneg, c’è la sua firma smaltata sul vagone. Sneg è un giovanissimo writer del gruppo Pts e della Oas Uok crew. Ma soprattutto: Sneg è l’«ignoto» denunciato pochi giorni fa da Giuliano Pisapia per gli imbrattamenti in largo Paolo Grassi e in via Angioli, al quartiere Garibaldi. Per questo l’intrusione dell’altra notte nella stazione di San Donato – la linea 3 era chiusa e il mezzo ricoverato nel tronchino di manovra: i writer hanno aggirato i controlli e bucato i sistemi di sicurezza – è stata immediatamente segnalata dall’Atm al comando di polizia locale. C’era già un’indagine aperta: questa è la risposta, la reazione. O peggio: la vendetta. La storia comincia il 26 maggio nell’andito pedonale fra il Piccolo Teatro Strehler a Lanza e il centro di aggregazione comunale in corso Garibaldi. Quella mattina, una domenica di sole, Giuliano Pisapia veste la tuta bianca da lavoro e raggiunge i volontari antigraffiti per cancellare i muri da scarabocchi e tag. Il bianco resiste qualche settimana.
A metà luglio compaiono i soprannomi di Sneg e soci e una dichiarazione d’amore per un certo Michael (che qualcuno identifica proprio in Sneg). Il sindaco ha saputo e non ha sorvolato. La denuncia contro ignoti, notificata recentemente in Procura, porta in calce la firma di Giuliano Pisapia «nella sua qualità di sindaco e legale rappresentante del Comune di Milano»; i vandali hanno sporcato «l’edificio di proprietà comunale in via Angioli 2, sede del centro di aggregazione Garibaldi-Falcone e Borsellino»; il Comune, «persona offesa dal reato di imbrattamento», valuta la «costituzione di parte civile» e si oppone all’ipotesi che la questione sia risolta «con decreto penale di condanna». In sostanza: il sindaco vuole portare il writer in Tribunale. Sneg e o suoi amici, l’altra notte, passeggiavano con gli zaini pieni di vernici nel tunnel di San Donato.
Il Meneghino 3.141 è rientrato in officina ieri mattina ed è stato ripulito. Del blitz, raccontano da Atm e dalla centrale dei vigili, restano i filmati delle telecamere di sorveglianza interna e il costo dei danni. Le scritte sulle lamiere, le porte e i finestrini di tre vagoni sono state fotografate e catalogate: tre sigle d’argento (Oas, Sneg e Pts), il riferimento diretto al sindaco e un’enorme macchia arancione sulla fiancata.
Intanto: come può succedere? Rispondono dalla società di trasporto pubblico: «La guerra ai writer Atm la fa, e la fa seriamente». Ma vanno tenuti in considerazione almeno due problemi di ordine gestionale. Il primo investe le aree di deposito dei treni: «Per mancanza di spazi, alcuni mezzi devono essere tenuti fermi in galleria, sui binari di manovra, sorvegliati dai vigilantes privati». Il secondo tocca la manutenzione: l’azienda non può permettersi di ritirare dall’esercizio tutta la flotta imbrattata, in tempi ristretti, perché non avrebbe mezzi sostitutivi sufficienti a garantire corse e frequenze in metrò. I primi nuovi treni caricheranno i passeggeri dall’estate del prossimo anno.
Articolo di Armando Stella apparso sul Corriere della Sera il 7 settembre 2013
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