(ANSA) – PARIGI, 16 SET – Una palazzina di case popolari come ce ne sono tante, un po’ vecchiotta e decisamente demodè. Che, però, un giorno d’estate ha iniziato a trasformarsi: sulla facciata sono comparse scritte, disegni, colori, e lunghe gocce di pittura fluorescente. In molti si sono fermati a guardarlo, a fare qualche foto, a cercare qualcuno a cui chiedere cosa fosse. Ma il mistero della ‘Tour 13′ è stato accuratamente preservato, per lasciare spazio e libertà a decine di street artist, venuti dall’Europa, dal Sudamerica e dal Medio Oriente per trasformare questi muri grigi in sorprendenti esplosioni di forme e colori. Così, un edificio pronto per l’abbandono, i cui abitanti sono stati riassegnati ad altre residenze più moderne, si è trasformato in museo dell’arte urbana in tutte le sue molteplici e innovative forme. Graffiti e tag, ma anche sculture con materiale di recupero, dipinti tridimensionali, opere che si allargano a ciò che resta dei precedenti ambienti domestici reinventandoli, oppure ripropongono all’interno delle stanze immagini e sensazioni degli spazi industriali abbandonati. Un percorso caleidoscopico a cui hanno lavorato decine di artisti, francesi ma anche sudamericani, arabi, portoghesi e italiani. Agli artisti del nostro Paese, in particolare, è stato affidato un intero piano, sotto la supervisione dei curatori dell’agenzia di arte contemporanea Le Grand Jeu, che ha scelto i quindici protagonisti con la volontà di mostrare tutta l’eterogeneità del campo. ”Abbiamo voluto dare spazio a tutte le diverse anime e generazioni della street art italiana – spiega all’ANSA Christian Omodeo, uno dei fondatori dell’agenzia – quindi non solo i classici graffiti ma anche opere di una fase stilistica più recente, influenzate dai codici dell’illustrazione”. Anche il criterio della varietà geografica è stato rispettato, con artisti sardi, toscani, lombardi, pugliesi e romani. Tra cui c’è anche una donna, la disegnatrice e pittrice Mp5, ”per provare che la street artist non è assolutamente una cosa solo da uomini”. Effimera come tutte le opere di arte urbana, la Tour 13 resterà aperta solo un mese o poco più, a partire dal 1/o ottobre. Entro fine anno, l’azienda responsabile delle case popolari parigine procederà alla demolizione dello stabile, per far posto a una nuova palazzina di appartamenti. ”L’idea alla base del progetto era proprio di approfittare di questo ‘spazio bianco’, il periodo di vuoto in cui l’edificio è ormai disabitato ma ancora in piedi, per dare vita a un’esperienza artistica – spiega ancora Omodeo – in una città come Parigi, in cui spesso organizzare eventi è difficile e costoso, era un’opportunità vantaggiosa sia per il quartiere, che ha vissuto un momento creativo inedito e allo stesso tempo ha evitato i sicurezza spesso legati ai palazzi abbandonati, sia per gli artisti, che hanno potuto approfittare di una vetrina prestigiosa e stimolante”. (ANSA).
Notizia da portale dell’Ansa: http://www.a-realestate.it/news/estero/130916_parigi_palazzo_streetart.html
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