Un vandalo oppure un artista? Bansky – il graffitaro più famoso del pianeta – è un personaggio destinato a dividere l’opinione pubblica: qualcuno considera i suoi graffiti alla stregua di opere d’arte, altri ci vedono solo disegni che imbrattano i muri. A quest’ultima categoria appartiene il sindaco di New York, Michel Bloomberg, che in questi giorni è sceso in guerra – lui e tutti i poliziotti della città – contro il graffitaro. Colpa delle ultime imprese di Bansky che si è esercitato con le sue bombolette colorate nel centro cittadino, sulla Brooklyn Promenade. Se davvero gli agenti di pattuglia dovessero catturare Bansky mentre disegna sarebbe un colpaccio: la sua identità è segretissima, nessuno sa che faccia abbia né come si chiami davvero. Di lui si sa soltanto che è nato a Bristol e che se ne fa un baffo di ordini o divieti. Malgrado l’impegno della polizia, Bansky ha continuato a colpire: una delle sue ultime istallazioni – questa volta non dipinta ma scolpita – è una statua colossale di Ronald McDonald, il pagliaccio simbolo della grande catena di fast food, a cui un uomo seduto per terra lustra le scarpe. Una critica – ha spiegato il graffitaro – al duro lavoro che serve per mantenere lustra.
Articolo apparso il 22 ottobre sul quotidiano Avvenire
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