IL CASO. Con uno spray deturpati gli edifici tra via Trieste e piazza Tebaldo Brusato.
I graffitari hanno agito nella notte tra sabato e domenica
Brescia – La città, in particolare il centro storico, ha i muri imbrattati da ogni genere di graffito. Non è certo una notizia, lo sanno tutti, basta girare per le strade e guardarsi attorno. Ma ieri ne sono spuntati di nuovi: sfregi peggiori, se fosse possibile. Ma è possibile. Paiono il gesto di un´unica mano, compiuto con una bomboletta di spray rosso. Usata nella notte tra sabato e domenica e poi gettata a terra in via Trieste. È superggiù quella l´area dello scempio.
IL PIÙ EVIDENTE è stato compiuto sulla facciata della chiesa di Santa Maria Calchera: una scritta che copre tutta la lunghezza della facciata. L´aggressività dei graffitari non era mai arrivata a tanto, almeno non a Brescia. Non che i muri delle chiese abbiano mai goduto di qualche immunità. Ma le facciate bene o male si erano salvate. Da ieri non più. Un oltraggio deliberato, non il semplice gusto di sporcare un monumento. E tutto il quartiere è pieno di quelle scritte «flowers» e di disegni di fiori associati a volgarità. Non certo un lavoro fatto con cura, ma segni tracciati in modo sbrigativo, linee incerte, vernice che cola….
Neppure le automobili sono state risparmiate. In via Veronica Gambara una Matiz è stata completamente coperta di segni oscuri. Ma un accanimento speciale è stato riservato ai muri in fondo a via Trieste, dove attraversa piazza Tebaldo Brusato. E di porzioni di muro sporcate di rosso, dello stesso rosso, ce ne sono molte altre. Il vandalismo della scorsa notte ha avuto un raggio d´azione ampio.
IL PONTEGGIO del cantiere dell´istituto Gambara è stato usato come lavagna. E lì dai simboli si è passati a qualcosa di più articolato, come slogan allusivamente antagonistici. «Il 15 novembre assediamo la città», si riferisce probabilmente alla manifestazione studentesca indetta per quella data. E poco distante compare la firma del Ksl, Kollettivo studenti in lotta. Poi altre scritte, come quelle sparse sui muri. E il richiamo ai fiori, che sulla facciata della chiesa di fronte diventa «fioretti». Le scritte «politiche» sono state tracciate dalla stessa mano che ha sporcato i muri e ha deturpato la facciata di Santa Maria? Non si può affermare con assoluta certezza, ma la vernice sembra la stessa. Di più probabilmente si potrà sapere visionando le immagini delle telecamere sistemate nei pressi della chiesa. Telecamere piazzate circa un anno fa per «illuminare» l´angolo tra la chiesa e la fontana, spesso frequentato da gruppi di giovanissimi. Intanto alcuni residenti già ieri sono andati alla vicina caserma dei carabinieri per sporgere denuncia contro gli ignoti vandali.
Articolo apparso su Brescia Oggi il 4 novembre 2013
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