Novara – Il Comune di Novara conferma la propria linea di intransigente difesa della legalità anche in materia di « writers», come sta facendo negli ultimi tempi in diversi settori. Così la Giunta ha deliberato la costituzione parte civile dell’ente in due procedimenti penali che stanno per iniziare davanti al Tribunale di Novara nei confronti di altrettanti giovani per i reati di deturpamento e imbrattamento. Lo scopo è di ottenere il risarcimento dei danni: solo di quelli morali, per altro, visto che nei casi specifici non ci sono state spese dirette a carico del Comune. Dalle azioni legali promosse contro numerose società sportive per recuperare i canoni per palestre e piscine non versati per anni a quelle contro gli occupanti abusivi di edifici pubblici come l’ex macello o le palazzine di via San Bernardino da Siena, dagli sfratti esecutivi agli inquilini morosi alle azioni di pignoramento per il recupero di tributi e rette arretrati, l’ente non sta esitando a dare un segnale di rigore, facendo valere i propri diritti e il rispetto delle leggi quando occorre anche davanti all’autorità giudiziaria. Nel primo processo agli autori dei graffiti è imputato un ragazzo, Nicolò Benetti, sorpreso a tracciare graffiti su una cabina telefonica davanti all’ingresso principale del cimitero in viale Curtatone. Per l’accaduto, che risale al il 25 settembre 2012, oltre a Telecom Italia il pm che ha emesso il decreto di citazione diretta a giudizio ha individuato come parte offesa anche il Comune. Il secondo episodio vede imputato lo stesso giovane insieme ad un altro, Guglielmo Bossetti. Sono accusati di aver imbrattato con vernice spray il 23 aprile scorso il muro di cinta di proprietà comunale del Parco dei Bambini, in viale Curotti.
In entrambi i casi non erano stati eseguiti interventi di ripristino e quindi il Comune non ha sostenuto spese: il danno di cui sarà chiesta al giudice la liquidazione è solo quello morale. L’ente sarà rappresentato dai legali dell’avvocatura civica.
Articolo di Claudio Bressani apparso il 13 novembre 2013 su La Stampa
Commenti recenti