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Scritte sulla facciata. E’ caccia ai colpevoli
Reggio Emilia - UNO SFREGIO al cuore della nostra città. A uno dei suoi edifici-simbolo: la Basilica della Ghiara. Una scritta vergata con lo spray nero è comparsa ieri sulla facciata della chiesa, accanto al portone d’ingresso. «Basta tsunami. Onde di umane bonbe (con l’errore grammaticale: la n al posto della m, ndr) e morte»: queste le parole marchiate, dal significato neanche tanto comprensibile. Ma c’è anche chi – e sono volontari – ha cominciato subito a liberare la chiesa dall’imbrattamento. L’immagine della basilica deturpata è rimbalzata sulle pagine dei social network: i Leoni di San Propero – gruppo di reggiani che, attraverso varie iniziative, vogliono valorizzare la reggianità e le sue tradizioni – l’hanno postata su Facebook. Numerosi i commenti sdegnati, anche perché alcuni di loro scrivono di aver un’idea, attraverso alcuni raffronti con altre scritte comparse in città, di chi possa essere il responsabile: una persona già nota per atti simili. Scrivono i Leoni: «Il fatto che l’autore sia conosciuto è un’aggravante e non un’attenuante. E se la persona è un “caso sociale” lo è ancor di più: significa che non si è pensato a un percorso efficace di sostegno. Lui sta male. E la città pure». Tante le persone che hanno espresso rabbia: da chi è affezionato per motivi personali alla Ghiara fino a chi ne fa principalmente una questione di tutela del monumento. Tutti d’accordo su un principio: in questo caso non si può parlare di street art, ma solo di danneggiamento.
UN DISPETTO, fatto senza alcun motivo, a uno degli edifici più importanti della città. Alcuni volontari dei No writers reggiani («Ci opponiamo alle scritte vandaliche che nulla hanno a che fare con la street art»), hanno cominciato subito a pulire la chiesa. E dalla loro pagina Facebook commentano, dopo gli altri episodi segnalati in centro storico (e le foto di altre scritte vandaliche postate): «Vogliamo continuare in questo modo?». E se i No writers non riusciranno da soli, ora anche le istituzioni dovranno predisporre un intervento – con i soldi dei cittadini – per ripristinare la facciata dopo un gesto dannoso e insensato.
Articolo di ALESSANDRA CODELUPPI apparso su Il Resto del Carlino 13 novembre 2013
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