E via Broccaindosso fa proseliti
Bologna – Capofila è la figlia dell’ex sindaco Fanti: «Interveniamo giorno per giorno» Il Quartiere: un modello da replicare (ma serve l’ok della Soprintendenza).
Certo, una delle capofila del progetto aveva già una buona dose di senso civico nel proprio dna, essendo la figlia dell’ex sindaco Guido Fanti. Ma Neva Fanti, storica abitante di via Broccaindosso, non è stata l’unica a rimboccarsi le maniche e a dire basta a graffiti e sporcizia nella strada dove vive da trent’anni. A lei si sono unite altre amiche dell’associazione Orfeonica di Broccaindosso e poi residenti di tutte le età, giovani e non. Ed eccola qui adesso via Broccaindosso: un’altra strada. Muri, colonne, serrande, portoni: tutti puliti, neppure una scritta, una sbavatura, nulla di nulla. Un gioiellino dentro una zona difficile. Il gruppo di volontari che l’anno scorso hanno fatto da apripista alle esperienze di cittadinanza attiva nella pulizia dei muri dai graffiti quando ancora non c’era il protocollo d’intesa con la Soprintendenza monitorano la strada con attenzione. «E alla prima scritta – spiega Neva – scendiamo in strada con i pennelli e puliamo subito, non permettiamo che lo sporco si accumuli. Ma lo possiamo fare, perché abitiamo lì, altrimenti sarebbe impossibile mantenere a lungo la pulizia». E sta qui la forza dell’iniziativa. L’aspetto che ha oggi la strada parla da sé, del resto. «Da maggio a oggi – aggiunge – abbiamo fatto altri dieci interventi, il mantenimento è difficile, ma ormai siamo una squadra rodata: lo stare insieme a lungo durante la prima pulizia ha creato dei legami di strada che si sono consolidati e ci ha permesso di recuperare una prossimità che era andata perdendosi». Per quattro mesi, ogni sabato e ogni domenica, la squadra anti-graffiti, con circa 15 persone fisse, si è ritrovata a pulire e ridipingere i muri, le 38 serrande della strada, le colonne, i portoni. Un movimento volontario che, accolto con un po’ di scetticismo iniziale da parte di altri residenti, poi è stato sostenuto poco alla volta da tutti. «Dopo un po’ – spiega la figlia dell’ex sindaco – gli abitanti ci offrivano caffè e biscotti, qualcuno ci ha anche sostenuti economicamente». Perché, va detto, i cittadini ci hanno messo pure soldi di tasca loro: circa 700 euro in attesa della cifra promessa dal Comune. L’amministrazione, dando il via libera nel 2012 al progetto presentato con il bando curato dall’ufficio Affari istituzionali, si impegnava infatti a dare un contributo di 1.000 euro per i materiali. I soldi non sono ancora arrivati. Eppure loro sono andati avanti. Il fatto di non avere immobili di pregio nella strada ha accelerato la pratica. E per «firmare» l’operazione hanno messo dei cartelli nella via che pare abbiano fatto da deterrente. «Sembra che servano per ora – dice la Fanti -, l’imbrattamento grosso non è più tornato». Sui cartelli, con il simbolo dell’arena orfeonica, c’è scritto: «Questa strada è curata e pulita dai suoi abitanti, perché è un bene comune». «Se ci siamo riusciti noi – si chiede la donna – perché bisogna fare dei tavoli o organizzare incontri su incontri? Serve senso di responsabilità e alla fine parte tutto dai singoli. Queste iniziative, alla fine, aiutano anche a recuperare un senso di comunità che è andato perso». Un esempio positivo, quello di via Broccaindosso, che potrebbe presto essere replicato in altre strade del San Vitale, dove non è escluso che anche i residenti di via Broccaindosso collaborino. «In via Broccaindosso – spiega la presidente del San Vitale Milena Naldi – sono stati i primi, hanno fatto da apripista anche se il protocollo non c’era ancora. Adesso ci sono diversi altri progetti in stand-by in attesa dell’ok della Soprintendenza: via del Borgo di San Pietro, via Bibiena, piazza Verdi, vicolo Vinazzetti. Ormai l’abbiamo visto: serve quotidianità di manutenzione per tenere pulite le strade, gli interventi a spot non servono»
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