Eravamo quattro amici senza tetto: abbiamo pulito i muri di via Dei Bibiena

La ‘squadra’ di Ciavatti in azione antigraffiti

BOLOGNA – Muri  ripuliti dai graffiti ritrovano il colore e lo splendore originari, in via Dei Bibiena 19, grazie al presidente del Comitato di piazza Verdi Otello Ciavatti e alla sua squadra di senza tetto. Hanno già ripulito via Vinazzetti, e presto si sposteranno in via Acri e alla chiesa di San Sigismondo. «Tutto è nato dalla richiesta dei residenti nelle vie attorno a piazza Verdi – spiega Ciavatti -. Il comitato da un anno ormai si impegna a ripulire la piazza da graffiti e immondizia, e alcuni hanno deciso di contribuire con una piccola quota perché ci dedicassimo anche alle loro vie. Con quanto riceviamo da loro e da Ascom, dalla Fondazione del Monte e dalla Fondazione Rusconi riusciamo a comprare le vernici e gli attrezzi, e a dare un piccolo compenso (7-8 euro all’ora) ai ragazzi: al termine ‘senza tetto’ alcuni hanno dei pregiudizi, e invece sono seri e affidabili, e anche se hanno imparato il mestiere di imbianchini da autodidatti sono bravissimi». TONY, il capocantiere, è molto orgoglioso della propria carica, lui che, ex titolare di un consorzio di imprese edili, non si sarebbe mai sognato di diventare un imbianchino senza fissa dimora. «Ho dovuto imparare il lavoro da zero. Padre Domenico di Santa Cecilia mi ha presentato Otello e così è iniziata la nostra avventura, poi ho portato nella squadra i miei amici Salvatore, Enzo e Hudinala, e ora siamo come fratelli». «Non abbiamo orari fissi, quando c’è bisogno arriviamo subito – aggiunge Salvatore -. Ridipingiamo i muri imbrattati dai graffiti, puliamo le vie, aiutiamo coi traslochi. Guadagniamo qualcosa e ci rendiamo utili, e poi facciamo proprio un bel lavoro!». LA PROPRIETARIA della palazzina ridipinta, Serena Brini, stilista, confessa di avere chiesto l’intervento della squadra a malincuore: «So che è la cosa giusta, ma io adoro le vie piene di tags e graffiti, ne traggo ispirazione. Temo che un giorno ci si possa pentire di aver cancellato le creazioni di una generazione ribelle, ma per ora mi sembra la cosa più corretta da fare per la mia città, che amo tantissimo».

Articolo di Federica Orlandi il 6 dicembre 2013 su Il Resto del Carlino

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