L’iniziativa Il gruppo ha cambiato i Quartieri Spagnoli
Artisti napoletani all’opera nei vicoli
TARANTO – Vecchie porte arrugginite che chiudono l’accesso a edifici storici, per lo più abbandonati e decadenti. Muri grigio cemento eretti per impedire di attraversare i vicoli dove le case sono crollate o stanno per farlo. Facciate di palazzi nascosti o affacciati sulle strade principali. Sono il materiale che fa da sfondo ai dipinti di «Cyop&Kaf» nella città vecchia di Taranto. Da qualche mese, le ombre, le figure, le linee su di una base monocolore rossa, blu, gialla o bianca degli artisti napoletani, spuntano tra l’intricato labirinto di vie, scalinate e discese del borgo antico. Sono apparse in incognito. Le si nota passeggiando per via Duomo, scendendo per il pendio di via Cava, seguendo per via Garibaldi, giù alla marina che confina col mar Piccolo.
La conferma che sia dei due artisti la mano che ha ravvivato le architetture color carparo del borgo antico arriva dal loro staff. Come a Grottaglie, dove il meglio della street art si è espresso per anni sui muri della città delle ceramiche (e in qualche modo continua a farlo in questi giorni) grazie al progetto Fame, dove anche «Cyop&Kaf» hanno lasciato il loro segno come «Blu» ed «Ericailcane», così sembra dover accadere nel capoluogo. Ma a Taranto vecchia è un’altra cosa. L’intera isola può costituire la materia su cui i due artisti napoletani potranno esprimersi, assieme alla ricerca che accompagna il loro lavoro, la relazione e l’impatto con la gente del luogo, gli spazi, la luce, il degrado, la memoria, la vita, l’ispirazione nata d’improvviso. La città vecchia può diventare una sorta di galleria d’arte a cielo aperto. Un po’ come accaduto ai quartieri Spagnoli di Napoli, dove oltre 200 disegni dei due artisti sono apparsi per i vicoli e i bassi durante un periodo di tre anni, fino all’evento finale del luglio scorso, quando la gente è stata invitata, con delle mappe, a farsi sorprendere dalle opere del collettivo artistico partenopeo. Al loro attivo i due hanno anche un lungometraggio, «Il Segreto», con la documentazione, in presa diretta, della corsa dei ragazzi di Napoli intenti a raccogliere e nascondere legna per il grande falò, il cippo di Sant’Antonio, da accendere a metà gennaio. Il giorno del finissage di «Qs», così hanno chiamato il loro lavoro «Cyop&Kaf» nei quartieri Spagnoli, ci fu una festa di strada, con musica e centinaia di persone alla ricerca dei loro murales. Ciò che potrà accadere a Taranto a lavoro ultimato non si sa ancora. Sarà la libertà degli artisti a determinarlo.
Articolo di Gino Martina apparso sul Corriere del Mezzogiorno il 15 dicembre 2013
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