Ascoli – Il carcere del Marino del Tronto si anima con i murales del progetto “Coloriamo il carcere”, con i lavori che hanno interessato le pareti del corridoio che conduce alle sale comuni, quelle in cui detenuti incontrano gli insegnanti e i volontari che curano i corsi. Si tratta di uno spazio molto significativo perché è quello che conduce alla libertà: di leggere un libro, di frequentare una lezione, di assistere a una funzione religiosa e di confrontarsi con un pezzetto di mondo esterno. Il concorso è stato indetto dalla Provincia in collaborazione con la direzione e il comando del Marino e il tema scelta era proprio quello della ‘Libertà’. Su questa traccia le studentesse del Liceo artistico ‘Licini’ Marta Alvear Calderon, Laura Galetti e Annalisa Accica, e i writers Simone Galiè (di Ascoli), Giorgio Lambiase e Manuele Massessi (di Milano), vincitori del concorso, hanno realizzato le loro opere.tagliare il nastro la direttrice dell’istituto, Lucia Di Feliciantonio, e il vice presidente della Provincia, Pasqualino Piunti. Hanno partecipato alla cerimonia l’assessore all’Ambiente del Comune di San Benedetto, Paolo Canducci, e il presidente della Riserva Naturale Sentina, Sandro Rocchetti, enti che hanno contribuito a coprire parte delle spese del progetto e che ospitano ogni estate le giornate ecologiche realizzate con i detenuti. All’inaugurazione sono intervenuti anche i giovani artisti, il professor Vito Sforza in rappresentanza del Liceo artistico, la presidente del Club Unesco San Benedetto, Laura Cennini, che ha collaborato insieme alle architette Anna Rosa Romano ed Elisabetta Schiavone alla giuria del concorso e all’avvio dei lavori, il gruppo di detenuti che ha lavorato ai murales e i ragazzi della redazione di “Io e Caino”, il giornale del carcere che ha promosso il progetto. «Sentire gli artisti raccontare la propria opera – ha detto il vice presidente della Pasqualino Piunti – e ascoltare la testimonianza dei ragazzi reclusi ci ha dato la misura di quanto questo progetto abbia fatto centro. Non solo opere che daranno un po’ di sollievo ai detenuti, ma anche un bellissimo rapporto che studenti, writers e reclusi hanno saputo creare».
Articolo apparso Il Resto del Carlino il 14 dicembre 2013
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