Carlo Soricelli si è armato di diluente e spazzola
CASALECCHIO – «Per pulire i brutti graffiti di Casalecchio bastano poche cose: olio di gomito, una buona brusca e un diluente adatto, ma soprattutto ci vuole la voglia… che non vedo». Parola di Carlo Soricelli, artista, scrittore e principale operatore dell’Osservatorio nazionale delle morti sul lavoro. Stanco di vedere il suo bassorilievo sotto il portico del palazzo d’angolo fra la via Mazzini e la via Porrettana deturpato da ghirigori fatti con le famigerate bombolette spray dei grafitari, l’altra mattina Soricelli si è ‘armato’ di scaletta, diluente e spazzola rotante, si è rimboccato le maniche e dopo una mezz’ora di lavoro ha avuto ragione di una bruttura che sembrava invincibile, penetrata fin all’interno dei pori del marmo Travertino che riveste tutta la parete del portico. «Nove anni fa all’inaugurazione della terracotta che ricorda i morti della Fondazza il sindaco e compagnia si sono presentati con la banda e i vigili e ci hanno messo una bella targa del Comune. Però quando è stato fatto quell’orrendo scarabocchio non hanno mai neanche pensato di farlo pulire. Spendono centinaia di migliaia di euro per farsi propaganda con Politicamente scorretto e varie iniziative che non lasciano niente sul territorio e non proteggono le poche cose che fanno i casalecchiesi per rendere più bello e ricco di significati il nostro territorio» sostiene Soricelli che insiste sulla necessità di ripulire il grande graffito del sottopasso della stazione deturpato da altre scritte spray. CRITICHE che non digerisce il sindaco Gamberini: «In realtà noi abbiamo chiesto al condominio di via Massini e ad altri 30 palazzi di pulire i muri, sottoponendo loro anche una convenzione con Cna e Confartigianato con prezzi concordati. Una decina di palazzi lo hanno fatto. Quello di via Mazzini non l’ha fatto – chiarisce il sindaco -. Poi abbiamo chiesto aiuto ai volontari che hanno fatto delle prove, ma con prudenza per non fare danni maggiori e deturpare una proprietà privata. Con l’aiuto di volontari sono stati puliti centinaia di metri di muri di proprietà pubbliche, perchè se Soricelli sbagliava reagente e il muro diventava tutto grigio chi avrebbe dovuto sistemare il castrone?». IN REALTÀ il lavoro dei volontari (e dello stesso sindaco che a più riprese prese in mano tempera e pennello) si è scontrato con la ripetizione di gesti vandalici che non hanno rispettato neppure i lavori di graffitari riconosciuti. Da qui l’appello: «Soricelli pensa alla sua opera e fa bene. Legittimo. Ma nello stesso palazzo (privato) ci sono altre 26 scritte. Ci deve pensare il Comune? Grazie quindi a Soricelli, mi auguro che anche i condomini come quello del palazzo del Margherita seguano il suo esempio e contribuiscano a fare più bello il nostro centro» conclude Gamberini.
Articolo apparso il 19 dicembre su Il Resto del Carlino
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