A due passi dal cantiere del Teatro. Malagoli: violenza
BOLOGNA – Oltre al danno anche la beffa. È la prima cosa che si pensa passeggiando in via Belmeloro, dove Palazzo Poggi è tornato a essere bersaglio dei writer. «Più scritte meno infami» o «Basta scritte, I still love degrado», sono alcune delle beffarde tag che si leggono sulla facciata del palazzo storico, ripulito dai graffiti poco tempo fa. Difficile dimenticare la vicenda dell’eroico oste «anti-writer» che a novembre, nel tentativo di fermare alcuni giovani che stavano imbrattando quei muri, venne picchiato. Oggi il 29enne preferisce non commentare il nuovo gesto barbaro: «Ne ho avuto abbastanza di questa storia – dice – mi sono lasciato tutto alle spalle». Il commerciante non ha nemmeno accettato la Turrita d’oro proposta dal Comune «non credo – spiega – di dover ricevere un premio per quella vicenda». La calligrafia delle ironiche scritte tornate proprio lì, sembra assomigliare a quella dei precedenti slogan. «Se così fosse – dice l’assessore ai Lavori Pubblici, Riccardo Malagoli – significherebbe che gli imbrattatori non hanno capito lo sbaglio che hanno fatto e continuano solo a prenderci in giro. Spero vengano presto trovati tutti». Al momento, per quell’episodio, è stato identificato e denunciato dai carabinieri per lesioni e imbrattamento un 21enne triestino. La storia per il Comune si ripete: c’è chi cerca di rendere migliore questa città e chi fa di tutto per rovinarla. «Le scritte – spiega Malagoli – sono una violenza verso Bologna, si commentano da sole, sono offese senza senso e mi auguro che questa sfida lanciata abbia un tempo breve». Palazzo d’Accursio però non si arrende di fronte alle nuove provocazioni: «Crediamo nel nostro progetto di riqualificazione e pulizia della città – continua l’assessore – così da poterla presentare al meglio anche ai turisti che venendo portano ricchezza della quale gli stessi imbrattatori beneficiano». L’amministrazione, che presto ripulirà il muro, invita i cittadini a sviluppare un diverso senso civico verso la città. Otello Ciavatti, portavoce del Comitato piazza Verdi, invita però Malagoli a ricordare «l’attività pionieristica di “Piazza Verdi lavoro” che ha risanato la zona universitaria e che si preoccupa della sua manutenzione, non si limita a gesti simbolici». «Non ricordare questa esperienza – ha continuato – significa non amare la partecipazione dei cittadini che comunque evidenziano i ritardi dell’amministrazione».
Articolo di Noemi Bicchiarelli apparso il 4 gennaio 2014 su Corriere di Bologna
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