BRESCIA – La decorazione dell’artista austriaco nel mirino dei graffitari
Uno scarabocchio al giorno, anzi a notte, e la galleria del castello è ormai diventata un unico vergognoso pasticcio. Alla faccia del consumato politico che, a suo tempo, sostenne che i writers non avrebbero mai attaccato il tunnel che separa la Pusterla dal centro. Da galantuomo, molto teorico e poco pratico, riteneva che i ragazzotti delle bombolette avrebbero continuato a sporcare solo i «non luoghi». Sarebbe bastato chiamare un artista quale Jorrit Tornquist, per salvare la galleria Tito Speri. Trasformando il tunnel con grandi pannelli colorati avrebbe cancellato l’idea di «non luogo». Le pareti decorate sarebbero state rispettate. E poi: guai agli ostinati! Possibili writers sarebbero stati smascherati da telecamere in funzione continuamente. Non avrebbero fatto in tempo a togliere dallo zaino una bomboletta che sarebbe intervenuta una pattuglia. Non è andata così. Del risultato, dopo tanto tempo, si rende conto chiunque percorra a piedi o in auto la galleria. Tag, linee continue o spirali, sbuffi di colore, macchie, scritte offensive. C’è di tutto. E all’imbocco nord – sui due lati – i graffitari hanno incominciato a lavorare alla grande. Devono aver fatto conto che, da quella parte, è facile sgattaiolar via lungo Fossa Bagni o su per le scale del castello.
Articolo di Costanzo Gatta apparso sul Corriere della Sera il 9 febbraio 2014
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