“Vergogna, chi ha sporcato ora pulisca”

CACCIA AI VANDALI I PALAZZI DEL CENTRO STORICO ROVINATI DALLE SCRITTE

Il presidente del consiglio indignato: “Serve una lezione se sono minori”
- CARRARA – «Questi sono solo dei vandali. Chi ha sporcato ora pulisca». Il presidente del consiglio Luca Ragoni censura con forza il comportamento di chi la scorsa notte ha letteralmente ricoperto di scritte con la bomboletta spray il centro storico. A questo vero e proprio attacco di grafomania non sono sfuggiti neanche veri e propri simboli cittadini, a cominciare dalla ex biblioteca di via del Plebiscito e lo splendido Palazzo Lazzoni, a pochi metri dalla chiesa del Suffragio. Il giorno dopo è così lo stesso numero uno del consiglio comunale a chiedere interventi per evitare che episodi del genere si possano ripetere in futuro.
«Personalmente – dice Ragoni – sono convinto che si debba individuare chi è stato e farlo ripulire. Serve una punizione esemplare e in particolare – aggiunge – se verrà fuori che a scarabocchiare i nostri muri cittadini sono stati dei minori, credo che allora si debba chiedere che a intervenire a dare loro una lezione siano le famiglie». LE SCRITTE che negli ultimi giorni hanno invaso il nostro centro storico, ma prima ancora tante altre zone cittadine, non ultime il palazzo delle Poste recentemente restaurato, altro non sono che semplici scarabocchi, che niente hanno a che fare con i graffiti. Per questo motivo l’amministrazione sta pensando, dopo aver già approvato in passato la realizzazione di importanti opere sui muri, tra l’altro, di via Donati, via Ceci, vicolo dell’Arancio e piazza delle Erbe, sta pensando di individuare anche uno spazio dove i writer nostrani possano dare libero sfogo alla propria creatività e alla propria arte. «Di questa ipotesi – racconta Ragoni – da qualche tempo ne stiamo parlando. L’idea è quella di trovare un posto dove chi lo vorrà potrà dipingere liberamente, senza il rischio di incorrere in multe e sanzioni e, allo stesso tempo, senza deturpare la città».

Articolo apparso il 23 marzo 2014 su La Nazione

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