Cesano Boscone. Da domani al 27 aprile la prima edizione milanese (con musica) del «Meeting of Style»
Scopo è riqualificare una zona popolare a rischio degrado
Cesano Boscone come «5 Pointz», il complesso industriale nel Queens, a New York, che per anni è stato il più grande museo a cielo aperto di street art. Da domani al 27 aprile, il paese dell’hinterland ospita la prima edizione milanese del «Meeting of Styles», raduno internazionale di writer che dipingeranno quasi 2 chilometri di muri nell’area del centro sportivo Bruno Cereda, con il supporto del Comune. Al festival, che gira il mondo dal 1999 con 15-20 appuntamenti l’anno, parteciperanno 180 artisti, di cui 100 italiani e 80 di 20 nazionalità diverse, e sono attesi quasi un migliaio di visitatori. «Da stasera ospito a casa 7 ragazzi polacchi – racconta Marco “Il Prosa”, 28 anni, della crew (gruppo di writer ) Nuclear 1, che organizza l’evento -. Poi ci sposteremo tutti nella palestra, con brande, che il Comune ci ha messo a disposizione». Per tre giorni, dalle 10 del mattino, i giovani artisti lavoreranno alle loro opere, che siano in stile «lettering» (composte da lettere) o «puppet» (figurativo). «Anche lo sfondo necessita una tecnica particolare, arriveranno veri professionisti bolognesi», precisa Marco. La sera sono previsti dj set nello spazio Cesano Lab, mentre durante la giornata gireranno per tutta l’area due biciclette con altoparlanti e musica filodiffusa, ovviamente rap e hip hop. Aggiunge Marco: «Lo scopo è anche riqualificare una zona popolare a rischio di degrado». Anche. Perché i writer, grazie ai festival, raffinano la loro arte («Tedeschi, svizzeri e norvegesi sono maestri»), viaggiano per tutto il Globo, fanno nuove amicizie e coltivano una passione. «Lavoro in un bar 10 ore al giorno, ma quando mi sveglio al mattino penso già al nuovo progetto, a quando, la domenica mi troverò con la crew a dipingere nelle zone che alcune amministrazioni ci hanno messo a disposizione». Muri grigi da fare vivere, bombolette, musica. Anche d’inverno: «Basta un thermos di tè caldo».
Articolo di Matteo Speroni apparso sul Corriere della Sera del 24 aprile 2014.
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