I grafomani puniti dal codice della strada e da un regolamento comunale.
Chi imbratta muri rischia multe fino a 400 euro
I grafomani puniti dal codice della strada e da un regolamento comunale.
Ma c’è il progetto “MurArte”
PRATO - Artisti o imbrattatori? È l’annoso quesito sui writer, il graffitismo metropolitano che in molte città più o meno grandi italiane finisce spesso con le multe seguite da polemiche. E quando non proprio di artisti si tratta, anche se non è neppure corretto definirli imbrattatori perché si limitano a disegnare o scrivere frasi e simbologie innocue su strade e muri, la questione si fa più complicata. Ne è un esempio il caso del ragazzo che nei giorni scorsi ha scritto la sua bella frase di auguri di compleanno alla ragazza, con tanto di cuoricini disegnati a fare da contorno, sulla pavimentazione di via dell’Altopascio. Scritte e grafomania più o meno affettuosa di questo tipo se ne trovano ovunque su muri e panchine, non particolarmente nel centro di Prato, una città che, almeno attualmente, sembra avulsa da questo problema di degrado urbano. «Si va a periodi – dice Andrea Pasquinelli, comandante della polizia municipale – Sono fenomeni ciclici. Abbiamo avuto in passato fenomeni di writer compulsivi, che poi vanno per emulazione e quando cominciano gli altri seguono a ruota. Quello che si deve sapere è che scrivere o disegnare su monumenti e muri pubblici è sanzionato dal regolamento comunale di polizia urbana, se la scritta è fatta su strade, segnaletica, veicoli pubblici, scatta invece la sanzione del codice della strada. Molto spesso le sazioni si sommano, dipende dalla gravità, dalla condotta e anche dal pregio del bene pubblico che si deturpa. Se si scrive con la vernice sulla facciata del Duomo si va nel penale, perché è anche un’offesa al patrimonio artistico nazionale». La multa è relativamente contenuta nel caso del codice della strada: 150 euro. Ma diventa molto salata per monumenti , chiese, fontane e panchine pubbliche: intorno ai 400 euro. «A Prato esistono, tuttavia, dei luoghi e spazi pubblici ove si può dare sfogo alla passione per i murales e la spry art», precisa Pasquinelli. Il comandante dei vigili si riferisci al progetto “Muri Legali” dall’Osservatorio politiche giovanili gestito dalle Politiche giovanili del Comune di Prato e da Officina Giovani. Il Comune aderisce al network che si chiama MurArte, ideato dal Comune di Torino, che prevede la destinazione di alcune superfici murarie ad interventi artistici da parte dei writer della città. (f.a.)
Donatella Autieri
2 luglio 2014 at 22:14
Troppo poco, cosa vuoi che siano 400 Euro? Bisogna partire da basi più consistenti, per esempio da 2.000 Euro, e creare una escalation di pene a seconda dell’estensione del graffito e dell’edificio su cui è stato fatto. Se si acquista uno smart phone di 700 euro a un figlio quindicenne, cosa volete che siano 400 euro per un genitore? Riflettiamoci. Seriamente.
Luciano
5 luglio 2014 at 22:23
C’è da sperare che ci siano genitori ai quali non paia problematico spendere 700 Euro per lo smartphone, ma che si sentano parecchio infastiditi dai 400 di una multa per i capricci “artistici” del bimbo.
Poi ovviamente occorre che la sanzione sia realmente applicata, notificata e che l’ente esattore la riscuota, con la chiara ammonizione sulla possibilità di reiterazione del danno in altre occasioni e differenti luoghi, che costerebbero al recidivo il raddoppio della sanzione e pena successiva. Solo materializzandosi simili condizioni si potrà ottenere un effetto realmente deterrente per gli altri autori di writing vandalico. Il grosso problema risiede comunque nella difficoltà di far comprendere a queste comunità di grafomani che non è proibito a priori l’esercizio d’arte murale, ma che il danno provocato risiede nella natura pubblica o privata di un monumento, di un’architettura, o di abitazioni le cui pareti esterne non sono “di tutti”, come sostengono i giovani bombolettari, ma hanno un proprietario che non gradisce interventi di alterazione estetica non richiesti.
Temo però che sia proprio, questo, uno dei moventi che spingono i writers ad agire: la violazione di un diritto e l’infrazione del divieto, con rischio, ma con la soddisfazione di aver “fatto fessi” gli adulti. C’è un muro concettuale tra noi e loro, che crea due mondi differenti; per loro è importante solo il loro mondo, quello in cui vivono gli altri non conta nulla, non li sfiora il sospetto che tra un po’ di anni saranno anche loro “vecchi” per la generazione che segue.
Molti di loro non sapranno accettare il passaggio, e tenteranno di resistere mischiandosi con i più giovani, ma saranno allontanati più ferocemente di quanto ora stanno facendo con noi.
Non so se vivrò abbastanza da vedere la fine di questo fenomeno, ma so che finché ne avrò le forze mi unirò a quanti oggi lo combattono.