Puliti gli sfregi alla palazzina Liberty, nel mirino un altro edificio storico
Uno schiaffo alla strategia della tolleranza decisa da Palazzo Marino
I writers sono scatenati contro i monumenti storici della città. Dopo aver imbrattato la Palazzina Liberty di Largo Marinai d’Italia, adesso se la sono presa anche con la Rotonda della Besana. Nei porticati interni della struttura sono apparse decine di scarabocchi scritti con le bombolette spray. La sorveglianza attiva sulla Besana è quasi inesistente e comunque non è bastata a evitare lo sfregio. Neanche a farlo apposta hanno iniziato a cedere anche gli stucchi. Alcuni tecnici dell’Amministrazione hanno già visionato i danni che arrivano dopo due anni dall’ultimo progetto di riqualificazione del monumento. Un intervento del valore di tre milioni di euro che probabilemente avrà bisogno di un prosieguo. Intanto il Comune ha annunciato la fine della guerra ai writers e l’apertura di cento muri ai virtuosi della bomboletta. Un invito rivolto agli appassionati di street art di tutto il mondo in vista di Expo 2015, ma anche l’avviso che, per contro, non saranno tollerate violazioni del patrimonio pubblico e privato. E intanto un altro monumento è da ripulire.
Una città sempre più a misura di writers. Dopo la Palazzina Liberty di Largo Marinai d’Italia ad essere imbrattata questa volta è la rotonda della Besana. Se si cammina per i porticati interni si possono osservare le «opere» di sconosciuti che hanno deciso di imbrattare a suon di bombolette muri e vetri. Il problema tra l’altro non è neanche solo dei vandali: anche i muri interni hanno iniziato a perdere pezzi di intonaco e i buchi si allargano sempre di più. Un brutto colpo per un bene architettonico oggetto di una grande opera di ristrutturazione da 3 milioni di euro che si è conclusa due anni fa. Non a caso pochi giorni fa alcuni tecnici erano sul posto per constatare i danni. Al bar interno alla struttura sono rassegnati: «Sai vediamo delle bande di ragazzini in giro, ma non possiamo fermarli prima: è chiaro che se li vedo che imbrattano sono il primo a intervenire, ma sai qui non c’è sorveglianza». In effetti un paio di telecamere ci sono, ma vigilano sull’edificio al centro della rotonda. E anche il guardiano del Museo dei Bambini non c’è più: fino a due settimane fa era presente, ma adesso ne hanno fatto a meno. C’è soltanto un addetto del Comune che arriva ad aprire al mattino e chiudere alla sera. Sembra comunque che i fanatici della bomboletta spray abbiano in questo periodo una particolare predilezione per i monumenti storici, dopo che hanno costretto il Comune a ripulire la palazzina di largo Marinai d’Italia. E proprio in questi giorni l’Amministrazione comunale ha dichiarato ai quattro venti che presto ci saranno cento muri a disposizione dei writers. E anzi l’assessore ai lavori pubblici Carmela Rozza ha anche espresso l’augurio che per Expo vengano virtuosi del disegno su muro da tutto il mondo per disegnare Milano. Un vero e proprio invito a chi imbratta ovunque con la vernice, anche se con l’avvertimento che se da una parte verranno messi a disposizione questi muri, dall’altra ci sarà tolleranza zero per chi sgarra: «La nostra amministrazione ha grande rispetto per la libera espressione e per i giovani che vogliono cimentarsi con la street art – ha sottolineato l’assessore – ma non tollera il vandalismo sui beni storici della città e dei privati. L’impegno del Comune è di contrastare il fenomeno del vandalismo graffitaro per rendere la città bella e godibile: entro l’anno, spero già in ottobre, destineremo più di un centinaio di muri liberi, con tanto di targhetta di riconoscimento, perché i ragazzi possano esprimere la libera creatività, ma deve essere chiaro che non sarà consentita la violazione della legge». Intanto Palazzo Marino è stato obbligato a testare la nuova pellicola sulla palazzina liberty e deve sperare che tutte le bande, o crew, di graffittari si accontentino degli spazi nei sottopassi di Milano. La maggior parte dei cento muri saranno infatti in questi luoghi di passaggio. Nel frattempo la vita sui social dei fan della bomboletta è già piuttosto viva: esistono diverse pagine facebook in cui ci si scambiano le foto dei propri interventi e simili. É lì che si possono trovare anche molte foto, ad esempio, dei treni di Trenord e Trenitalia che diventano tavolozze per gli «artisti». Ma anche molte foto di muri privati e pubblici che diventano la base per i virtuosi della bomboletta. Ma ci sono anche i ritratti di alcune opere legali come alcune delle ultime pubblicate dalla CrewMilano Sud che ha postato l’immagine di un camper dipinto. Come specificano nella foto è «su richiesta».
Articolo di Michelangelo Bonessa pubblicato su il Giornale il 13 luglio 2014
Mara
26 luglio 2014 at 14:10
Non e’ cosi’ che si combatte il fenomeno, questa gente deve prima recuperare il concetto di Legalita’, e a questo sono chiamate le scuole di concerto con le forze dell’ordine e le istituzioni, nonche’ l’esempio di noi volontari. A Campobasso, in occasione della qualificazione del Terminal Bus attraverso opere murarie a cui hanno partecipato famosi writers, alcuni di loro, ignari di essere ascoltati, hanno intimato ai propri collaboratori di “stare fermi nella notte” perche’ gli spazi tanto ambiti gli erano stati finalmente concessi. Ma di cosa stiamo parlando??