Il critico d’arte Caroli: Anche i critici d’arte hanno sdoganato l’arte di strada. Flavio Caroli, critico e storico dell’arte rigoroso e severo, non ha dubbi: «Certo che i graffiti possono essere considerati arte. In qualche caso lo è sicuramente. Banksy è un esempio di genialità artistica ma anche di perfetta comunicazione. I nostri writer spesso sono bravi, di buon livello, ma hanno meno capacità di rendersi visibili al mondo, di comunicare la loro arte e di affermarsi in campo internazionale. Blu resta il migliore, per quanto riguarda il nostro Paese, ma ce ne sono altri che stanno crescendo. Però da qui a dire che tutto quello che vediamo in strada è arte, ce ne passa». Secondo Caroli: «Occorre avere sensibilità ed esperienza per captare la magia che emerge dall’opera di un artista. C’è poco da fare se l’opera sprigiona fascino, seduzione, magia, allora è arte, se no è imbrattamento». L’arte di strada nella sua storia ha avuto fasi diverse ma per lo storico dell’arte l’epoca d’oro è stata quella degli anni ‘70: «Con Haring e Basquiat la qualità era enorme, erano artisti di avanguardia. Oggi si sta tentando di immettere le opere degli artisti di strada contemporanei sul mercato, funziona per Banksy, ma per gli altri meno.
La stessa cosa vale per la riqualificazione del territorio: se la pittura murale venisse fatta solo da artisti di grande qualità allora si può parlare di riqualificazione del territorio ma, come capita sempre, un’opera di qualità si accompagna a cento assolutamente mediocri».
Intervista apparsa su Scarp de Tennis di Luglio 2014
Brenda Salani
24 luglio 2014 at 05:46
Dice Flavio Caroli:” La stessa cosa vale per la riqualificazione del territorio: se la pittura murale venisse fatta solo da artisti di grande qualità allora si può parlare di riqualificazione del territorio ma, come capita sempre, un’opera di qualità si accompagna a cento assolutamente mediocri”
Ecco appunto, QUELLE CENTO OPERE ASSOLUTAMENTE MEDIOCRI finché restano su qualche tela accatastate in un magazzino è poco danno.
Ma se, si scatenano, come sta accadendo in tutta Italia, improvvisati pretenziosi e assurdi conoscitori d’arte, che occupano posti politici, che si lanciano alla riscossa nell’ideologia malata “dell’adesso il muro, finché occupo questo posto, è mio, quindi ci faccio fare su quello che mi pare”, preferibilmente all’amico. Tutto questo con inquietante beneplacito delle sfiancatissime soprintendenze (avvilite e rabbiose perché private da risorse indispensabili al mantenimento dei beni che dovrebbero tutelare) così si arriva al delirio totale, all’aggressione autorizzata dei luoghi storici, depredati della loro dignità e armonia da troppi imbrattamuri nevrotici e furbi.
E’ tempo di murales, cari cittadini Italiani fatevene tutti una ragione e zitti! Come ben zitto se ne resta il nuovo premier. Dica la sua Renzi, subito, in tanti la stanno allertando su ciò che va fermato al volo, perché sta consumando quel poco che resta di bello.
I writer prima han devastato tutto a forza di tag ovunque e ora, santificati dalla nuova tendenza, si ESPRIMONO autorizzati e PAGATI riempiendo di facce mostruose e inquietanti dove trovano chi dice “OK è tempo di street art diamoci sotto che fa tendenza e piace ai giovani” Il nostro però è un paese vecchio, lo ricordi, a meno di gassarli tutti, i vecchi qui è risaputo reggono benissimo.
Sa Renzi, io che sono un’anziana milanese, da San Lorenzo a fianco della basilica, non posso più transitare con le mie nipotine, perché grazie al murales stralunato fatto a fianco della chiesa, le piccole si spaventano e non voglio proprio più vederle. E Dio solo sa quanta ragione hanno quelle povere creature, alle quali dopo la città completamente vandalizzata la -neo Kultura- ora, anziché pulito e decoro, offre solo la vista di mostri “inevitabili”.
lorenzo ticci
24 luglio 2014 at 13:38
…assolutamente mediocre è la critica di chi scrive qui sull’argomento, senza per altro conoscerne minimamente alcun aspetto se non quello più evidente,ovvero il risultato sul muro,non nascondo che vedendo uno schizzo di Picasso, se non avessi avuto l’indottrinamento di storia dell’arte che ho avuto,direi: che schifo!