Un gruppo di cittadini armati di solventi e spazzole rimuove graffiti e tag che imbrattano i quartieri: «Vogliamo riprenderci la città, non possiamo rassegnarci»
ROMA – Un vero e proprio esercito urbano in strada contro il degrado. Al posto delle armi raschietti e solventi, le mimetiche sostituite da pettorine blu scuro con la scritta «Volontari del decoro». Un unico obiettivo: «Riprendersi Roma, liberandola dall’incuria e dall’indifferenza». Retake Roma è un movimento spontaneo di cittadini, nato nel novembre 2009, che ha lo scopo di ripulire la città da graffiti, tag, pubblicità abusive. «I muri del mio palazzo erano sempre coperti da scritte – spiega Rebecca Spitzmiller, la fondatrice -.
Con un gruppo di amici siamo scesi in strada e li abbiamo puliti. Abbiamo pensato che un’idea così semplice poteva essere estesa a tutta la città. Così ci siamo organizzati e abbiamo creato un gruppo per ridare dignità alla bellezza di Roma».
«Non basta lamentarsi, occorre sporcarsi le mani» Un movimento che in pochi anni, grazie anche al traino virale della pagina Facebook , si è diffuso a macchia d’olio su tutto il territorio della Capitale. Attualmente i gruppi di quartiere sono 41, ma quasi ogni mese ne nascono nuovi. Le persone che, attrezzandosi con guanti, solventi e spugne, decidono di scendere in strada per pulire semafori, muri, serrande di negozi, cartelli stradali, sono più di 4.000. Il motto del movimento è una chiamata alle armi per ripristinare il decoro: «Svegliati, pulisci e diffondi». Non basta, quindi, rimuovere tag o
adesivi pubblicitari, ma occorre fare «rete» per diffondere una cultura della bellezza. «Eravamo stanchi di lamentarci e basta – spiega Alessandro Calabresi -. Abbiamo deciso di sporcarci le mani per migliorare la situazione».
Combattere l’indifferenza al degrado
E sottolinea: «Retake Roma non è soltanto un’organizzazione collettiva volontaria, ma rappresenta anche un modo di essere, una scelta di centinaia di cittadini che decidono di combattere l’indifferenza del degrado urbano». Una sfida che non è affatto facile. «La gente che sporca i muri non si rende conto che per fare una scritta bastano pochi secondi, per rimuoverla serve anche mezz’ora – spiega Jacopo, soprannominato Tagminator -. Molti ragazzi non hanno ancora capito il divario che esiste fra street art e vandalismo». I volontari acquistano il «kit della pulizia» a proprie spese e sul campo insegnano ai novizi come usarlo. Per cancellare una tag, ad esempio, occorre prima applicare uno strato di gel antigraffito sulla superficie, poi sollevare lo sporco con un trapano dotato di una spazzola metallica e infine pulire il tutto con un panno.
Un esempio educativo per i più piccoli
Riprendersi Roma significa, innanzitutto restituirla ai bambini. Domenico De Vincenti, alla prima esperienza di retake ha deciso di farsi aiutare da una piccola assistente, sua figlia, che strappa con foga adesivi pubblicitari e chiede al padre di essere sollevata per raggiungere quelli più in alto. «È un gesto che serve ad educare le persone, in particolar modo i più piccoli – spiega De Vincenti -. Un esempio del genere ha più valore di mille sanzioni. Riprendersi Roma significa sforzarsi per fare diventare questa città come la vorremmo».
«Un muro pulito è più difficile da sporcare»
Una missione, quella di Retake Roma, molto complessa, che ha come obiettivo non solo quello di pulire la città, ma anche di diffondere una cultura del bello. «Spesso le persone sono abituate al brutto che le circonda e non si scandalizzano se vedono un muro imbrattato – spiega Calabresi -. Noi abbiamo deciso di riprenderci Roma soprattutto dall’indifferenza, dall’inciviltà e dalla mentalità lassista che ci circonda. Perché un muro
pulito è molto più difficile da sporcare rispetto a uno già ricoperto di tag». Retake, in molte azioni collabora con Ama e con i Pics (la Sezione Pronto Intervento Centro Storico della Polizia Municipale che ha le funzioni di contrastare il degrado). Ma i volontari vogliono anche inviare un segnale a Roma Capitale: «Stiamo raccogliendo tutti gli adesivi pubblicitari che stacchiamo. Li porteremo al sindaco, perché guardando questa mole impressionante, si possa rendere conto della gravità del fenomeno».
«Il nostro compito non avrà mai fine»
I volontari, però, sono consapevoli che il loro compito è potenzialmente infinito. «Per pulire tutta la città ci vorranno anni – spiega Calabresi -. E molti di più per evitare che sia di nuovo sporcata». E anche se il lavoro di ore rischia di essere vanificato in pochi minuti dai vandali, l’obiettivo rimane sempre lo stesso: «Vogliamo svegliare le persone rassegnate al degrado causato dalla negligenza dei cittadini – spiega Spitzmiller -. Molti ci chiedono se non sia frustrante pulire un muro che potrebbe essere sporcato pochi minuti dopo. La mia risposta è semplice: Non è frustrante lavarsi ogni giorno i denti? I nostri interventi sono una sorta di “antidepressivo”, servono a ridare speranza a chi crede che la città sia destinata a rimanere nel degrado».
Articolo di di Giuseppe Cucinotta apparso su Corriere.it Sito Web il 21/09/2014
giannibaro
27 settembre 2014 at 20:31
Straordinari
….bisogna diffondere la vs vocazione on tutta Italia