CATANIA – Tre immagini che documentano lo scempio dei busti degli uomini illustri Michele Rapisardi è stato “ringiovanito” e ora mostra ciuffo e baffi neri. Il suo pizzetto e il contorno-occhi sono blu mentre, sulla fronte e sulla guancia sinistra, c’è la solita dedica alla ragazza del cuore. Stessa situazione per Di Bartolo: oltre ai segni del rifacimento del naso, si notano le pupille azzurre e un commento sul risvolto della giacca. Poco distante Coppola ha una spruzzatina di celeste sul viso. Senza naso, invece, restano Rizzari e Vincenzo Tedeschi Paternò Castello. Stiamo parlando dei busti disposti lungo il viale degli uomini illustri all’interno della Villa Bellini. Il luogo dove di illustre c’è rimasto ben poco e dove abbondano invece teppismo e degrado. Opere marmoree che, ancora una volta, vengono “decorate” con dediche, commenti, disegni e insulti quasi fossero delle bacheche. Busti di uomini che hanno fatto la storia di Catania e dell’Italia restaurati alcuni anni fa e ora nuovamente vandalizzati. Monumenti che richiedono un lavoro minuzioso di microabrasione, impacchi chimici e lavaggio manuale per rimuovere ogni graffito. Interventi che non sono economici e che vanno fatti da operai specializzati. Nel frattempo, il teppismo alla Villa Bellini diventa motivo di dibattito tra coloro che puntano il dito contro la mancanza di pattuglie delle forze dell’ordine nel parco durante la notte e chi, invece, chiede il rafforzamento della videosorveglianza. Sistema di telecamere che presenta più di un problema. Adesso, in attesa che venga adottato un nuovo piano per la sicurezza, l’amministrazione comunale deve fare i conti con una questione più urgente: ripulire i busti della Villa Bellini. Sculture “indifese”, vista la facilità con cui si riesce a raggiungere l’opera. Alcune come quelle raffiguranti Pastura, Grasso e Savasta sono protette dalle siepi, mentre su quelle ai bordi del viale, i writers si sono scatenati. Gemmellaro per ora ha salvato il naso ma non la faccia: sul suo viso l’occhio nero è evidente. Mentre il canonico Giuseppe Recupero, oltre a essere senza naso, ospita sul petto la solita dichiarazione d’amore tra due ragazzi. Accanto a lui, il Principe Biscari ha le guance e le labbra rifatte. Migliori le condizioni del busto dell’abate Amico, quasi “miracolato” dai teppisti. L’esatto contrario di Filistione, che ha barba e viso arancione e blu. E ancora Mario Rapisardi, Mazzini, Garibaldi, Musco, Capuana, Cavour, Verga, De Felice e persino la fontana a pochi passi dall’ingresso di via Cimarosa. A Caronte sono toccati insulti e simboli fallici, mentre Frontini è stato reinventato come posacenere. Qualcuno potrebbe considerarla “street art” ma qui non parliamo di opere di nessun “professionista della bomboletta” con l’obiettivo di abbellire la città ma, piuttosto, dei “soliti” teppisti che hanno l’unico scopo di dare il colpo di grazia a un polmone verde vittima di continui raid vandalici sui giochi per i bambini, sugli alberi e sui muri.
Articolo di Damiano Scala pubblicato su La Siciliail 25 ottobre 2014
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