Il vandalo rischia due anni di carcere Chiesa imbrattata, rapporto in procura: 22enne dello Scalo denunciato per vilipendio a forze armate e luogo di culto
Chiesa imbrattata, rapporto in procura: 22enne dello Scalo denunciato per vilipendio a forze armate e luogo di culto
CHIETI – Da sospettato a denunciato in meno di 48 ore. Subito una svolta nell’inchiesta sugli atti vandalici allo Scalo. Ieri mattina, la Digos ha consegnato al magistrato di turno, Marika Ponziani, il primo rapporto in cui il 22enne dello Scalo, segnalato al Comune dai cittadini, risulta formalmente denunciato per uno dei due episodi, le scritte sulla chiesa del Ss. Crocifisso. Due gli articoli del codice penale contestati. Il 290, “Vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate”, che recita: «Chiunque pubblicamente vilipende la Repubblica, le Assemblee legislative o una di queste ovvero il Governo, o la Corte costituzionale o l’ordine giudiziario, è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000. La stessa pena si applica a chi pubblicamente vilipende le forze armate dello Stato o quelle della liberazione». E il 404: «Chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibili o imbratta cose che formino oggetto di culto o siano consacrate al culto o siano destinate necessariamente all’esercizio del culto è punito con la reclusione fino a due anni». Il 22enne, per ora, non è ritenuto responsabile delle scritte e dei danni all’asilo di via Amiterno. Intanto ha resistito appena una giornata la grande scritta apparsa all’improvviso giovedì mattina sulla facciata Ss. Crocifisso. Il parroco don Gino Marino,smaltita la rabbia, si è messo subito in moto per farla cancellare. E già che c’era ha fatto sparire anche la scritta che era apparsa da qualche tempo sul muro laterale della chiesa, sempre ad opera dello stesso writer che si firma Gomez. Nella scritta che attraversava orizzontalmente quasi tutta la facciata della chiesa si poteva leggere: “Crisi: parola inventata dai politici per coprire i loro stipendi d’oro. Rivoltati”. Sul muro laterale, invece, il messaggio, molto simile, era: “Oggi più di ieri odio polizia, caramba, politica, vaticano e finanza”. Oltre al messaggio, quello che subito ha catturato l’attenzione di chi frequenta piazzale Marconi è stato il pensiero che qualcuno nella notte si sia potuto arrampicare sin sopra l’alto portone della chiesa per lasciare, ben visibile con vernice rossa, il proprio invito alla rivolta. Non contento, nella stessa notte Gomez ha voluto ribadire il concetto imbrattando anche le pareti in marmo scuro di un negozio della vicina via Avezzano, “Hombre boutique solo uomo”, dove c’era scritto “Governo uguale mafia” e “A morte le guardie e gli infami”. Già fatte ripulire dall’amministratore del condominio di via Avezzano.
Articolo di di Lorenzo Colantonio e Arianna Iannotti pubblicato su Il Centro il 30 novembre 2014
Giacomo Iacobucci
4 dicembre 2014 at 21:52
Ma come “rischia”? Li deve fare tutti, dall’inizio alla fine, ed uscendo per ripulire, alla luce del giorno e sotto lo sguardo di telecamere, quanto da lui e da altri imbrattato. Che ci sia la certezza della pena, questa sconosciuta!!
Maria Gabriella
15 dicembre 2014 at 18:42
Cosa vuoi che gli faranno? Siamo in Italia il paese dove tutto è concesso non per niente è il pattume d’Europa il paradiso dei vandali!!!
Mariella Mastronardi
10 gennaio 2015 at 23:08
Mi viene da ridere nel leggere la parola “rischia”: fossimo stati altrove, si sarebbe detto “il vandalo condannato a due anni di carcere”. Senza se e senza ma!