Duomo, ci risiamo Un altro imbrattatore sfregia la cattedrale
MILANO – Il candido marmo del Duomo è stato imbrattato con una scritta blasfema la notte tra Sant’Ambrogio e l’Immacolata. Lettere lasciate con pennarello nero, ognuna dallo spessore di circa tre centimetri e alte altrettanto, hanno deturpato il colonnato accanto al portone centrale, a sinistra guardando la cattedrale, allungandosi per un metro. È il secondo caso in un mese: la notte tra il 5 e il 6 novembre, un writer immortalato dalle telecamere aveva lordato il portone principale con una tag (firma) bianca praticamente illeggibile realizzata con una bomboletta spray. Ora si tratta di un messaggio chiaro, contro la Chiesa. E anche in questo caso l’autore è stato ripreso dagli occhi elettronici di sorveglianza: con ogni probabilità è un ragazzo tra i 20 e i 30 anni, non sembra essere lo stesso dell’altra volta, anche perché la calligrafia è diversa. IL VANDALO ha agito da solo a mezzanotte e quaranta minuti. Le immagini sono di buona qualità e già oggi verranno analizzate dalla polizia locale. È stato il personale di guardia del Duomo ad accorgersi del fatto, ieri mattina: la scritta era talmente piccola che non è stata individuata subito. Poi è stata eliminata con una spugnetta imbevuta d’acqua, ma alcuni passanti avevano fatto in tempo a fotografarla. La polizia locale invita eventuali testimoni a farsi avanti perché potrebbero essere preziosi per individuare il responsabile. Lo scorso novembre era stato imbrattata la «Porta di Maria», all’altezza dei bassorilievi dedicati alla Passione di Cristo. Scritte analoghe erano state trovate anche su un portone laterale e sulla facciata lato Arcivescovado. NON SONO episodi nuovi: ogni anno, per ripulire la cattedrale simbolo di Milano da scritte e graffiti si spendono 50mila euro. Ma anche le chiese più periferiche non sono immuni: la notte tra il 20 e il 21 novembre era stata deturpata la facciata della parrocchia di San Paolo in piazzale Caserta, zona viale Zara. Qualcuno aveva scritto sul portone «Notte di vendetta trans» a caratteri cubitali, con una bomboletta spray gialla, completando l’opera con macchie di vernice rossa sparse sulla facciata e colla infilata dentro alcune serrature. Uno sfregio a cui parroco e fedeli non hanno trovato una spiegazione.
Articolo di Marianna Vazzana pubblicato su Il Giorno il 9 dicembre 2014
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