Writers scatenati alla stazione
SEREGNO – Raid notturno dei vandali che hanno riempito di graffiti e scritte il sottopasso della stazione seregnese. Il raid sembra essere stato messo a segno la notte scorsa nel tunnel che dall’ingresso pedonale di via Comina porta alla stazione. Nel sottopasso sono attive delle telecamere: i filmati potranno essere utili per rintracciare gli autori dei vandalismi. Lo scempio a colpi di bombolette sembra essere un atto di sfida nei confronti di due gruppi rivali: l’atto di vandalismo è ‘punire’ un gruppo seregnese che invece opera in spazi appositamente adibiti per fare i graffiti. A segnalare l’imbrattamento sono stati i pendolari, «belli i nuovi murales, complimenti» ha postato un pendolare sulla pagina facebook dedicata alle linee S9 e S11.
Enza P.C.
30 dicembre 2014 at 07:46
Se è vero che quello scempio “a colpi di bombolette” è un atto di sfida fra writer/street artist locali, che si son divisi fra buoni (omologati) e cattivi vandali si tratta dell’ennesima riprova che NON ESISTE ETICA fra chi dipinge o sporca gli spazi pubblici e privati.
E’ solo una banale e triste favoletta quella dell’etica ( visto che street artis, perfino famosi con incarichi pubblici importanti, ben remunerati, continuano a imbrattare vandalizzando e visto che dove c’è un murales autorizzato – anche bello – spesso arrivano altri e distruggono tutto).
La favoletta dell’etica se la raccontano ormai troppi amministratori in affanno, incapaci e smarriti, che, ignoranti delle scelte di CONTRASTO VERO fatte all’estero, si illudono che: dando qualche zuccherino a pochi cavalli addomesticabili si possano poi anche domare le intemperanze di molti cavalli pazzi.
Liberissimi, peraltro, di scorrazzare nel nostro paese per le norme inadeguate.
Non è solo colpa loro, degli amministratori, è colpa grave soprattutto la mollezza e la disattenzione a monte. Chi ci governa e ci ha governato ha sottovalutato la gravità di ciò che stava accadendo a danno pesantissimo di tutto il paese. “Giocando sul concetto di espressione d’arte e sfogo sociale” si è consentito a giudici, chiamati a giudicare puri atti di vandalismo, di interpretare talvolta la qualità degli imbrattamenti.
E’ l’assoluta mancanza di decisionismo di chi governa il paese, che ha finto (e continua a fingere) di non vedere quanto “male facesse e stia facendo” tutto ciò al sistema Italia.
La nave affonda, il turismo è in picchiata, ma quando il comandante non comanda, preferendo lasciare al libero arbitrio di ogni marinaio/giunta comunale il modo di inventarsi via via soluzioni e scappatoie proprie per tentare, con goffi sistemi e armi spuntate, di rimediare alla “drammaticità degli atti vandalici più che diffusi”, talvolta, purtroppo accompagnati anche da vere aggressioni fisiche, non se esce.
Sarà sempre peggio. E intanto ogni italiano si inventa qualche nuova cretinata: tipo quella descritta
da Tommaso Incerti che coinvolge minori nelle scuole e nei musei. Pazzesco.
Altri si sono inventati una sorta di controllo di strade (a Milano c’è una zona dove accade) aggregando e incaricando, anche per conto di altri negozianti, street artist per dipingere saracinesche.
Purtroppo a suo insindacabile giudizio.
Sembrerebbe una iniziativa pseudolodevole, Invece non lo è proprio. Perché se i negozianti della via decidono di dare l’incaricano di dipingere la loro saracinesca ad altre persone – può succede di tutto… fino all’aggressione fisica, mentre i poveri “omologati” incaricati dal loro “Signore” stanno perfino a guardare.
Ma è possibile che sia logica questa deriva della street art bomboletta/dipendente?
Neppure l’ultimo degli imbianchini consentirebbe -mai- al proprio datore di lavoro di comandare e maltrattare un altro imbianchino che ha ottenuto un regolare incarico da altro datore di lavoro.