Andrea Belotti, 19 anni, abita a Ronco Briantino
Suo il murales nella sala giochi del Globo di Busnago
RONCO B. (slx) Gli writers, dice, si dividono in due categorie: quelli che usano il buon senso e quelli che invece non lo usano (come, ad esempio, quelli che imbrattano le carrozze dei treni). Lui, Andrea Belotti, in arte Dikens, 19 anni, writers da quando ne aveva 11, si schiera tra gli artisti della prima categoria, quelli con il buon senso. La sua voglia di creare murales, e soprattutto di farlo rispettando la legge, non è nata a Ronco, dove il giovane abita con la famiglia, ma bensì a Milano. «Ricordo molto bene quel giorno in cui mi innamorai dei murales – ha raccontato. Ero a Milano con la mia famiglia. Abbiamo parcheggiato in una via che ne era completamente piena e ricordo di essere rimasto ammaliato da quelle scritte. Tornato a casa ho voluto subito comprare delle bombolette per cimentarmi. Da allora non ho più smess o». Gli è bastato qualche anno per affinare la tecnica, ha spiegato il giovane, e oggi è talmente esperto da tenere dei corsi ai bambini. «Ho iniziato dipingendo su carta, poi mi sono allargato alle camere da letto degli amici, ai loro garage, e disegnando per le persone che me lo chiedevano – ha proseguito Andrea Belotti – Piano piano sono diventato piuttosto bravo. Ora organizzo workshop con i bambini che vogliono imparare quest’arte e collaboro e ho collaborato con decine di associazioni. Mi faccio chiamare Dikens, avevo trovato questo soprannome alle medie – ha poi aggiunto il giovane – Durante una lezione ho sentito il nome di Dickens, lo scrittore inglese, e ho pensato che anche io, in un certo senso, sono uno scrittore. Allora ho preso il suo nome e ho tolto la c». Di Andrea, che utilizza la tecnica che in gergo viene chiamata «wildstyle» e che più semplicemente è riconducibile alle classiche scritte in stampatello che conosciamo praticamente tutti, si possono ammirare diversi lavori sparsi un po’ in tutta la Brianza, ma anche fuori. «Qui a Ronco ho realizzato gli interni del Cag – ha spiegato – A Colnago, ad esempio, avevo fatto un murales sui muri della scuola elementare per coprire le scritte di alcuni ragazzi che avevano rovinato la facciata. Ho collaborato con molte associazioni che mi chiamano». Il più recente è quello che il 19enne ha realizzato nella sala giochi del Globo di Busnago. «Ho partecipato ad una sorta di competizione – ha raccontato il ronchese – Alla fine sono riuscito ad aggiudicarmi la vittoria ed ho potuto realizzare il murales. Abbiamo deciso insieme ai responsabili del Globo come strutturare il disegno, alla fine è venuto davvero bene ed è molto riconducibile all’ambiente di una sala giochi». Diplomato al liceo artistico «Medardo Rosso» di Lecco, è iscritto al Politecnico di Milano dove studia Design. «E’ una facoltà che scelgono molti writers – ha concluso il 19enne – Faccio anche sport, gioco a pallavolo nel Merate, in Serie C. Diventare famosi come writers sarebbe davvero un sogno».
Articolo di Alberto Secci pubblicato su Il Giornale di Vimercate il 16 dicembre 2014
Tommaso Incerti
4 gennaio 2015 at 15:31
Ecco. Appunto… in un paese pieno di dentisti che non lo sono, pieno di gente che si spaccia per laureata e non lo è, poi a forza di parole diventa famosa e opinionista alla Rai e collabora con importanti mezzi di comunicazione, e ottiene pure incarichi prestigiosi per anni, ma perché mai dovremmo stupirci: quando “genitori rimbambiti” affidano i loro bambini a un diciannovenne (che si racconta benissimo) affinché lui insegni loro a far graffiti???
E a far corsi per rollare al meglio gli spinelli chi chiamiamo? E per insegnare come si può sparare chi incarichiamo? Meglio far conoscere tutto no ai più piccoli?
E poi confidare nel cielo che quelli poi non si spinellino, non diventino vandali, non si ammazzino o ammazzino altri: visto che gli adulti gli hanno insegnato come maneggiare al meglio ciò che a loro non dovrebbe proprio arrivare fra le mani.
Se c’è “quella legge” che vieta la vendita di bombolette ai minori ci sarà una ragione. O sbaglio io?
Elena Pia Posato
2 febbraio 2015 at 15:51
La trovo una bella idea, oggi l’arte và in ogni direzione e mostrarsi aperti alle nuove tendenze aiuta gli artisti. Chiaramente chi imbratta i muri è un criminale, ma alcuni di questi personaggi che con i murales coprono scarabocchi inguardabili oppure rendono piena di colore una (altrimenti tristissima) facciata della palestra di paese, possono tranquillamente essere considerati bravi ragazzi. Chiaramente tutto questo presuppone che la persona venga chiamata a fare il lavoro desiderato perchè arrogarsi il diritto di fare anche un’opera bellissima senza permesso del proprietario è certamente sbagliato; in ultimo volevo solo aggiungere in risposta al signor Tommaso che definire persone che non si conoscono “rimbambiti” è quantomeno fuori luogo, sarebbe il caso di vedere cosa viene insegnato ai bambini, non credo che gli mettano una bomboletta in mano e li sguinzaglino per strada armati di pistole e spinelli…. Mi sembra un po’ esagerato. Comunque tutti hanno la libertà di esprimersi. Buona giornata a Voi di Antigraffiti e un megabacio agli artisti!
Tommaso Incerti
3 febbraio 2015 at 17:24
Sarebbe difficile conoscere tutti i genitori che affidano i loro piccoli a chi si dedica all’insegnamento dell’uso delle bombolette spray, perché trova spazi e gente che allegramente glielo consente.
Ribadisco che spingere con l’insegnamento i minori a ESPRIMERSI con le bombolette di colore, perché è di moda, è un comportamento da adulti “rimbambiti”.
Ritengo questo un modo subdolo e gravemente colpevole di aggirare la legge, che con lungimiranza vieta la vendita di bombolette ai minorenni (esattamente com’è vietata la vendita di alcol e sigarette. Anche per quelli, è noto, ci sono però adulti che provvedono all’acquisto per loro… come li definirebbe lei? Istruttori delle cose della vita?).
Il divieto di vendita è nato per dire “chiaramente” che un minore non è in grado di valutare il danno che può arrecare a se stesso e agli altri.
I genitori che incentivano il writing sono genitori irresponsabili verso i loro figli e la società, che si troverà, a causa della loro inettitudine educativa, a dover fronteggiare altri guai. E se possono credere, davvero, che i ragazzini addestrati poi non se ne andranno, appena capita la compagnia sbagliata e l’età giusta della ribellione, a ESPRIMERSI SU CIò CHE CAPITA come suggerisce di definirli se non “rimbambiti”?
A lei sembra esagerato che io mi premuri di dire con parole oneste ciò che dovrebbe essere palese a tutti? Mai sentito parlare di voglia di trasgressione fra i giovani, ma vogliamo prenderci in giro?
“Cosa viene insegnato ai bambini” come lei dice non dovrebbe essere assolutamente fatto con l’utilizzo di bombolette.
Elena Pia Posato
6 febbraio 2015 at 13:07
Sig. Tommaso sono sicura che la verità sta nel mezzo, graffittare da imbrattamuri è sbagliato e sono d’accordo con lei. Per farle un esempio a me a scuola la professoressa di scienze (spiegando la lezione sul sole) ha insegnato come una lente convoglia i raggi solari e accende un pezzo di carta, ma mi ha anche insegnato che è PERICOLOSO farlo e io non sono andata in giro appiccando fuochi. Se il ragazzo odia chi imbratta i muri sono certa che trasmette questo messaggio ai bambini che si avvicinano a quest’arte, se non lo fà non è coerente con se stesso. Le auguro un’ottima giornata e la ringrazio per l’attenzione che dimostra verso i bambini, io sono convinta che conoscere un pericolo aiuta ad evitarlo.
Tommaso Incerti
6 febbraio 2015 at 15:49
Sono convinto che lei sia convinta.
Altrimenti avrebbe capito di cosa sto parlando. I bambini mi interessano e molto, perché ho figli e ho anche nipoti adolescenti e conosco “realtà normali” la cui visione è molto meno romantica di quella che lei vorrebbe condividere.
Parlo di illegalità e istigazione all’uso di prodotti di cui è vietata la vendita ai minori. Nient’altro.
Anche il saper distinguere i sogni dalla realtà può aiutare i bambini e anche gli adulti e non produrre danni.