I ragazzi del liceo classico incontrano la «street art»
VERONA – La Street Art invade il tempio della classicità. Fa un po’ strano, effettivamente, vederlo all’ingresso del chiostro del liceo più antico d’Italia. Ma il grande e coloratissimo murale che da ieri staziona nel cortile del Maffei è il segno dei tempi che cambiano e, soprattutto, della voglia del liceo classico di travalicare le sue storiche mura. «Non si dica mai che i maffeiani non fanno altro che studiare», sintetizza la vicepreside Anna Ferrante. «Sono invece ragazzi molti interessati, che una volta terminate le lezioni frequentano numerose attività ricreative, divertenti e socialmente utili». Tra le attività extracurricolari organizzate nel pomeriggio, spicca il progetto «Open Maffei», pensato per permettere ai ragazzi di aprire i loro orizzonti al mondo esterno integrando il curriculum scolastico. «Con un gruppo di studenti abbiamo partecipato alla marcia della Pace di Assisi, alla Verona Marathon, recentemente alla Christmas Run», afferma Paolo Olivato, docente di Scienze motorie e deus ex machina dell’iniziativa. «E pensando a come offrire ai ragazzi nuovi spazi espressivi, abbiamo avuto l’idea di coinvolgere due writers per dare il via a questo nuovo Maffei Street Art project». Da poco, infatti, l’istituto ha ripristinato un cortile interno da destinare a ore di Scienze motorie all’aperto. «Quale migliore occasione per abbellirlo con quest’opera che a breve vi sarà trasferita?», prosegue il prof. E così per una settimana 30 studenti del triennio, spray alla mano, si sono alternati tutti i pomeriggi sotto la guida di due writers esperti, Francesco Verderosa e Dario Canal, e della «mentre creativa» di Nicolò Bello, allievo dell’istituto, dando vita al primo di tanti (si spera) lavori da destinare alle pareti del cortile. Il soggetto del graffito? Una parola latina, non a caso, scelta proprio dai ragazzi: quella «virtus», dote principale del «vir», l’uomo antico, oggetto di indagine filosofica da Socrate in poi e tradotta nel Cristianesimo come disposizione a fuggire il male e fare il bene. Un concetto-cardine della cultura classica presentato stavolta a suon di «stencil» e «tag». «Siamo fieri», dice Verderosa, «che quest’arte sia uscita da sotto i ponti e abbia smesso di essere associata a vandalismo e ribellione per sbarcare addirittura nelle scuole». E ora che ci è entrata, l’intenzione è rimanerci. «Abbiamo già in programma», conclude Olivato, «di realizzare in primavera un’altra opera coinvolgendo stavolta writers professionisti e, perché no, anche i ragazzi delle altre scuole».
Articolo di E.PAS. pubblicato il 21 dicembre 2014 su L’Arena
Commenti recenti