VERONA – La città di Verona, la mia città, patrimonio dell’Umanità, riconosciuo dall’Unesco, bella avvolta dalla nebbia invernale che come un velo pietoso nasconde parzialmente alla vista i graffiti che deturpano i palazzi storici, non cancellati per l’incuria dei cittadini e delle autorità pubbliche, opera dei nuovi barbari, giovani trogloditi impuniti. Bella e in sofferenza, con i suoi marciapiedi e i viali lungo l’Adige sporchi di immondizia che l’inefficiente servizio di pulizia urbana non riesce a gestire, con i suoi cassonetti mai lavati in bella vista, con le sue strade contrassegnate da “storiche” buche, che fanno la felicità degli automobilisti e danno il brivido ai motociclisti e ai ciclisti. Elegante la città anche se in piazza Bra si sente puzza di fritto e si vendono purtroppo, quasi dovunque cianfrusaglie e cineserie presentate in bancarelle da paese. Serena la città in attesa di essere svegliata, come ogni anno, dal concerto assordante di San Silvestro, che “interpreta” a suo modo i nuovi brani della musica rock o pop, dagli schiamazzi degli ubriachi e dai botti dei giovani aspiranti dinamitardi. Scusate lo sfogo. Vuole solo essere l’espressione di una civile protesta, un sommesso invito a una comunità che sia più rispettosa delle leggi e il sogno di una città più elegante e decorosa.
Lettera di Franco Passaro pubblicata su L’Arena il 28 dicembre 2014
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