Il sindaco annuncia interventi sugli edifici pubblici. Nel mirino sigle, scarabocchi e frasi d’amore
VIGEVANO – Via tutte le scritte dai muri pubblici della città, in lingua straniera e italiana. Lo assicura il sindaco leghista, Andrea Sala, dopo l’imbarazzo che ha creato in amministrazione la denuncia da parte della polizia locale e del vicesindaco Andrea Ceffa di alcune scritte in arabo, scoperte su un muro del Parco Parri proprio il giorno della strage terroristica di Parigi. Scritte che, secondo una prima traduzione, per la polizia locale, significavano: «Proprietà musulmana. Allah è grande. Protegga i bambini che giocano qui». Quelle scritte, invece, significano, secondo Moustafa Khamis, per anni portavoce della comunità islamica: «Non c’è mai riposo», «Ti amo, te lo vorrei dire mano nella mano» e «Nonostante tutto, ti amo». Lo stesso vicesindaco, dopo aver denunciato la scoperta della scritta ha dovuto ammettere che si trattava solamente di frasi di un innamorato, spiegando che «c’è stato un equivoco: bisognerà capire di chi si siano fidati gli agenti per la traduzione di quelle frasi». Resta il fatto che quelle al parco Parri non sono le uniche scritte sui muri della città. «Quando ci vengono segnalate scritte su edifici pubblici – afferma il sindaco Andrea Sala – le togliamo tutte». Le prime scritte coperte sono state quelle del parco Parri, ma ci saranno altri interventi nelle prossime settimane. Il comandante Di Troia sottolinea che le scritte sui muri sono vietate sia dal codice penale sia dal regolamento di polizia urbana e l’autore, se fosse scoperto, verrebbe costretto a ripulire il muro e poi multato. Forse lo sanno i ragazzi che hanno riempito i muri della città di tag (sigla dell’autore nel codice dei writers, ndr), semplici scarabocchi o frasi. Qua e là si vedono anche insulti o disegni scurrili, sui muri di edifici pubblici e privati. Una delle pareti più utilizzate dai graffitari appartiene alla palazzina Pertini di via Leonardo da Vinci. Qui i writer preferiscono il muro che dà sul parco, perché solo i residenti del primo tratto di via De Bussi possono vederli all’opera, e probabilmente nemmeno loro se i graffitari agiscono di notte. Ci sono poi le frasi d’amore, una delle quali si vede sul muro delle elementari Regina Margherita. Molti scarabocchi invece sui muri del Vidari, ma qui si è esibito anche qualcuno che inneggiava alla secessione. Più articolati i disegni tracciati sulle pareti esterne dei bagni pubblici del mercato, una superficie fatta pulire dagli ambulanti e poi nuovamente utilizzata dai writer. Altre scritte appaiono su muri di edifici privati, ma in questo caso non spetta al Comune intervenire.
Articolo di Denis Artioli e Claudio Malvicini pubblicato il La Provincia Pavese il 10 gennaio 2015
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