UBOLDO – (s.d.m.) – Case, orti e giardini al buio per colpa dei writer che oscurano le barriere antirumore dell’A9. Succede nel tratto che costeggia il centro sportivo, dove gli impianti versano in pessimo stato: disegni colorati, scritte e ghirigori compaiono dappertutto, oscurando i pannelli trasparenti chiesti dagli abitanti della zona proprio per far passare la luce. «Ci sono voluti mesi di richieste per fare in modo che la nostra richiesta fosse accolta – ricorda Deborah Radrizzani – Purtroppo dopo poche notti, quando sono tornati in azione i writer, abbiamo dovuto rassegnarci all’ombra: non è dovuta agli alberi o ai cartelli autostradali, ma è la conseguenza dei ripetuti raid dei teppisti, che sempre più spesso rovinano i pannelli dell’A9».
È da quando le barriere sono state posizionate che si possono notare i graffiti spuntare incessantemente sulle parti verdastre dei pannelli, puntualmente ridipinti dagli operai di Autostrade per l’Italia. Peccato che le opere vandaliche continuino a comparire senza interruzione, oscurando la luce alle case.
«Anche mio padre, recandosi nel suo orto attiguo alle barriere, ha avuto il piacere di trovare un brutto graffito – racconta Deborah – La soluzione adottata non è stata diversa: verniciare i vetri di verde nel lato dell’autostrada». «Questi sono i lavori fatti all’italiana, dove chi paga è sempre il cittadino che subisce», è l’amareggiato commento della famiglia Radrizzani, intenzionata a ricominciare la battaglia per poter riconquistate il diritto ad avere luce in casa: «Una battaglia che sarà lunga, dal momento che non si sa mai a chi doversi rivolgere e nessuno si dichiara responsabile». La speranza è che si trovino quanto prima soluzioni efficaci per tenere definitivamente alla larga i writer: magari telecamere in grado di farli identificare.
Articolo pubblicato il 7 febbraio 2015 su La Prealpina.
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