«Me ne rendo conto, l’importo però è quello» Il vicesindaco Martini: «Non c’è discrezionalità. La polizia locale poteva chiudere un occhio? Non lo so»
« Il vicesindaco Martini: «Non c’è discrezionalità. La polizia locale poteva chiudere un occhio? Non lo so»
«Mi rendo conto. Ho visto la foto della scritta sul portone delle Generali. Mi rendo conto. Ironia della sorte, abbiamo beccato un ragazzino e non un writer seriale. Purtroppo non esiste la discrezionalità della sanzione.
TRIESTE – Si multa la violazione. Non esiste gradazione. Anche la piccola scritta è configurata come imbrattamento». Il vicesindaco Fabiana Martini è sinceramente dispiaciuta. Ma la legge è legge. Purtroppo. «Siamo tutti consapevoli del fatto che un conto è imbrattare un monumento o una parete e un conto è fare una semplice scritta con un pennarello. Ma non si possono fare distinzioni. Prima la multa era di 50 euro e ora è di mille. L’inasprimento delle sanzioni è stato chiesto da tutte le forze politiche e anche dai cittadini per dare un segnale contro il fenomeno dei writer che degradano la città. In realtà è molto difficile intercettare gli autori degli imbrattamenti che spesso agiscono di notte quando i controlli non ci sono. Spesso agiscono in due con uno che fa il palo. Spesso hanno il cappuccio e così non sono identificabili neppure con le telecamere. Questi purtroppo sono i limiti della sanzione e della legge in generale». Che è anche l’impotenza. «Quando l’ho saputo ho pensato la stessa cosa che hanno pensato più o meno tutti. Purtroppo possiamo fare le stessa valutazioni con altre violazioni e altri reati. Ahimè, è così – aggiunge Martini -. È come quanto successo un po’ di anni fa, con il ragazzo che aveva scritto “ti amo” su un palazzo. Era in vigore l’ordinanza Dipiazza. Si è beccato 7 mila euro di multa per una dichiarazione d’amore. E credo che la famiglia stia ancora pagando. E magari, invece, quelli che vanno in giro a imbrattare monumenti ed edifici storici continuano a farla franca. Non si riesce a distinguere». E il buon senso della polizia municipale? «Non c’è discrezionalità. Non ci può e non ci deve essere da parte di vigili urbani – aggiunge il vicesindaco che è anche assessore alla Sicurezza e alla Polizia locale -. C’è da dire che bisogna dare un messaggio forte rispetto alla cura del bene comune. È chiaro che l’obiettivo di certe sanzioni è arrivare dove non arriva l’educazione, la cultura e il senso civico. Lo dico a malincuore e con amarezza. Si rimanda alla sanzione il compito di fungere un po’ da deterrente. Io, personalmente, ci credo fino a certo punto. Sono più convinta che serva di più l’educazione e la cultura. Ma se sono previste le sanzioni, la polizia non può essere discrezionale. Poteva chiudere un occhio? Forse. Non lo so, non ero io sul posto. Può capitare che ci sia uno che paghi per tutti. Purtroppo…». (fa.do.)
Articolo pubblicato il 12 febbraio 2015 su Il Piccolo
Enza P.C.
13 febbraio 2015 at 12:42
Che senso ha rammaricarsi che non si trattasse di un writer seriale..?
Vorrei che quella mamma, invece che lamentarsi mandasse una torta di ringraziamento a chi ha “di fatto impedito che suo figlio in futuro diventasse un piccolo delinquente”, perché è facilissimo quando si prova l’ebrezza e la scarica di adrenalina che creano la trasgressione e il senso di pericolo che comporta fare i primi graffiti vandalici.
Poi se ne diventa dipendenti. Non lo sa signora? Lei oggi tende a minimizzare il gesto del ragazzo, é giusto non scaricare su di lui la “rabbia che prova, purtroppo, la società costantemente aggredita”.
Sappia, però, che in futuro come madre, se lui non fosse stato fermato, forse lei avrebbe potuto dover versare, anziché la tanto vituperata contravvenzione, lacrime.
Se i genitori non fossero distratti, assolutori, spesso conniventi e tolleranti con i figli writers la nostra ex bella Italia non sarebbe ridotta a una schifezza com’è.
Roba che gli stranieri quando arrivano nelle nostre città restano esterrefatti e sgomenti.
Vogliamo fare tutti qualche cosa per far cambiare drasticamente la percezione della tolleranza per il vandalismo diffuso?
Se davvero il suo è un bravo ragazzino, lo recuperi in fretta e gli faccia capire dov’è il bene e il male. Dov’è il rispetto per la legge e per la bellezza, dov’è il rispetto per le istituzioni che vivaddio si stanno autonomamente muovendo…
Sa noi volontari antigraffiti spesso affianchiamo nel loro percorso di recupero dei ragazzi minorenni, che ci manda il Tribunale di Milano, che hanno commesso reati gravi. Li accogliamo con un “affetto infinito” e rispetto, perché se è un giovane che sbaglia, possono essere molte ragioni e spesso la responsabilità dei suoi gesti va cercata altrove, però va aiutato a capire che non “deve commettere altri reati”.
E prima si comincia meglio è.
Il lavoro va fatto in sinergia famiglia, scuola, istituzioni e società.
E’ così che si cambiano le cose, anche in Italia.