Writers preparano la “marcia” su Trieste dopo la maximulta L’appello sul web di Nicolò Giraldi a tutti i graffitari per riunirsi dove è stato punito il ragazzino. «Va individuata un’area per i murales»
L’appello sul web di Nicolò Giraldi a tutti i graffitari per riunirsi dove è stato punito il ragazzino. «Va individuata un’area per i murales»
TRIESTE – «Graffittari di tutto il mondo unitevi e venite a Trieste. Venite qui con le vostre bombolette, pennelli, portatevi dietro i colori, fate qualcosa». L’appello, la provocazione parte da Nicolò Giraldi, giornalista freelance triestino che dal suo blog ha lanciato un messaggio via web a migliaia di writers sparsi pedr il continente, «perché un ragazzino che ha fatto un tag minuscolo su una porta ha vinto 1000 euro di multa a causa dell’innalzamento della pena contro i writers» L’iniziativa di Giraldi è scaturita alla notizia del quattordicenne triestino multato per aver fatto uno scarabocchio con un pennarello su un portone. Il pezzo sul suo blog e poi riprodotto anche su Facebook vanta già più di 600 condivisioni. «Vorrei che da qualcosa di negativo – spiega Giraldi raggiunto telefonicamente – nascesse un’iniziativa positiva che permetta di individuare a Trieste delle aree dove gli artisti della street art e non chi imbratta i muri, possa esprimersi rendendo la nostra città più bella». No quindi un vero atto di ribellione o una ritorsione dopo la maximulta al ragazzino ma la rivendicazione di uno spazio apposito. Giraldi parte dal fatto che ci sono città come Bristol, ad a esempio, che della street art ne hanno fatto un’attrazione turistica con tanto di mappa per chi arriva a visitarla dove trovare i murales più belli. «Quindi venite qui a Trieste e fate un consorzio, un’associazione, – invita Giraldi – scendete per strada, portate l’inchiostro simpatico, riempite i muri di questa città che in periferia è morta e che solo dove passano i turisti diventa fantastica. Prendete colori e pennelli, e disegnate di tutto. Fatelo in accordo tra di voi. Create una rotazione, ogni mese qualcuno fa un murales. E poi un altro, e un altro ancora». «Ci sono pareti intere che aspettano solamente di essere colorate – continua nel suo appello – case vuote, muri alti grigi, tristi. Vi mettete insieme. Io vi do supporto nei rapporti. Vi racconto. Vi scrivo. Scrivo di voi«. Giraldi mette fin da subito in chiaro il suo disappunto per i vandali che con pennarelli e bombolette non fanno altro che sporcare la città, ma contemporaneamente suggerisce ai cittadini e all’amministrazione di prendere spunto da quanto accaduto per andare incontro a chi invece di sporcare, abbellisce la città. «Mi piacerebbe – suggerisce, raccogliendo parecchie approvazioni – che tutti quelli che vogliono colorare i muri di Trieste si unissero e che la politica si mettesse a garanzia, pagando il lavoro degli artisti con regole trasparenti e voglia di dare spazio. Non gratis. Gratis non deve lavorare nessuno». I giovani lanciano così un idea. «Si fa un bando online pubblicato anche in inglese, – si legge – chi è interessato a realizzare qualche murales presenta il progetto, il bozzetto è una commissione sceglie i lavori più belli. A questo progetto si destinano i soldi ricavati dalle multe comminate a chi invece sporca e imbratta la città».
Articolo di Laura Tonero pubblicato il 17 febbraio 2015 su Il Piccolo
Enza P.C.
25 febbraio 2015 at 10:30
Bel progettino signor Giraldi: multe date ai vandali (sempre che si piglino) utilizzate per far arte impositiva di strada e però utili anche per ingrassare i troppi “furbetti dello spray”, quelli che san fare bene i bravi “finti angioletti”. A Milano ne abbiamo parecchi sa, e sono pure noti, loro si beccano pacchi di soldi pubblici dai vari consigli di Zona – con la scusa di far murales discutibilissimi e talvolta anche molto sgradevoli – e poi vanno a far treni e altri vandalismi qua e là.
Ma poi, scusi, nel suo bel SOGNO non è chiaro “chi dovrebbe mettere il danaro indispensabile per pulire la schifezza di dove è stato sporcato, se quello, eventualmente, recuperato con le multe lo destiniamo a chi dipinge opere minime sui muri”. Chi paga sempre e solo il cittadino per il danno subito.
Mi pare che lei viva a Londra: ha mai sentito parlare dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze che fa restauri stratosferici di opere immortali e che però, guarda caso, è in affanno economico da anni (non si assume più nessuno) e chi ci lavora ha stipendi da dipendente statale e ci butta l’anima in quello che fa.
E cosa risaputa che non è supportato decentemente come accadrebbe in qualunque altro paese del mondo, e questo sarebbe logico, perché è un vanto ITALIANO di fama mondiale.
Forse è gravemente colpevole, per chi fa comunicazione, il continuare a buttare polvere sotto i tappeti, per attrarre ed elogiare schiere di imbrattamuri e insistere a voler far emergere la ormai la “stantia ideologia della street art.” Siamo ridicoli e in ritardo di decenni in Italia. Siamo ora “ricoperti di sporcizia ma pronti a sfruttare effetti politico/teatrali prima di PULIRE, PUNIRE, PREVENIRE, E PENSARE CHE IL TURISMO ANDRà ALTROVE. In parole povere anziché civilizzare (com’è altrove, anche a Londra)
pronti a esaltare una forma d’espressione che è l’ESALTAZIONE DELL’ INVADENZA.