ERA IL TESTIMONIAL DEL BUONISMO ARANCIONE SUI GRAFFITI
Ivan «il poeta» di strada è deluso dal sindaco Pisapia. Lui che in questi anni è stato testimonial come esempio virtuoso dei graffitari, la street art in contrapposizione ai vandali, ha ricevuto un mandato di comparizione per procedere ad un primo interrogatorio circa alcuni reati di imbrattamento” e «reiterato imbrattamento» a Milano. E lui sul web si sfoga contro la giunta che «in questi anni «ha sperperato soldi e lavoro nostro e ha condotto politiche inutili sul tema della streer art».
Giulia Corti
1 marzo 2015 at 20:21
Mi sembra che il proverbio perfetto sia: “chi troppo vuole nulla stringe”.
Non è normale prender soldi per fare la street art (anche alla faccia di chi abita in posti di pregio e che andrebbero tutelati, come i dintorni di San Calimero, ed è invece costretto a subire l’invadenza di scelte estetiche aggressive) mentre si finge una “nuova santità” si guadagnano soldi e stima.
Le bugie però hanno le gambe corte caro Ivan Tresoldi e tanto strillare è abbastanza penoso.
Il vandalizzare è punito dalla legge. Punto.
Mauro Bosio
2 marzo 2015 at 19:41
Fa più danno lui all’intera categoria degli imbrattamuri seriali che hanno la pretesa di squalificare tutto, solo perché amano compiacersi dei loro segni e segnacci, che 100 giovani smarriti e scemi.
Proprio un bell’esempio di coerenza e sincerità! Non c’è proprio che dire.
Chissà come si sentono quelli che come a “Che tempo che fa”, la trasmissione di Fabio Fazio su Rai 3, l’hanno portato agli onori del grande pubblico credendo alle sue fluenti parole..
All’intero “stordito sistema Milano” che ancora gigioneggia fra – vandali o street artist- e che non sta andando comunque da nessuna parte, esattamente come in tutto il paese: lobotomizzato dal vandalismo imperante, ora mancano pure questi predicatori, che è palese sui vari muri vandalizzati “sanno predicare bene mentre razzolano male”. Avanti così e vi divorate da soli.
Annetta Milone
6 marzo 2015 at 11:25
Ma perché l’informazione (che ormai é più disinformazione che altro) dà due pesi e due misure fra chi delinque se si spaccia per artista e gli altri. Rubare un chilo di mele per fame è diventato più deprecabile, secondo certa stampa, piuttosto che il devastare intere città per imporre ovunque roba che sdoganata dall’ideologia e anche orripilante. Quante interviste dovremo ancora sciropparci fatte di sproloqui da questo Ivan Tresoldi, che sta per essere banalmente processato – come merita.
Capisco che a lui non vada giù, visto che è convinto d’essere un dio della comunicazione non punibile, ma che siano gli altri a chiedere solo i suoi “dotti pareri” con interviste varie, facendone di fatto il “portavoce degli street artis qualità”, lo trovo la peggior forma di connivenza negativa. Questo poi va “a totale danno degli artisti veri” che onestamente preferiscono lavorare nella legalità.
Ivan hai barato pro domo tua, sei fuori! Fattene una ragione.
Sono altri quelli possono, eventualmente, dire la loro sui rapporti Comune/città/imbrattatori il tuo patto l’hai spezzato tu , andando a imbrattare dopo aver preso molto, molto più di altri.