MILANO – Dovranno ripulire i muri della scuola dalle tag «firmate» durante l’occupazione. Questo il provvedimento disciplinare preso dal liceo Boccioni verso due studenti del collettivo che, venti giorni fa, aveva portato tra le mura della scuola la protesta contro la riforma Renzi-Giannini. Da regolamento, chi sbaglia paga. E nel caso di «atti vandalici nei confronti del patrimonio scolastico immobile e mobile» non particolarmente gravi, la sanzione può comminarla direttamente il dirigente scolastico. Lunedì 9 febbraio una cinquantina di studenti del Cubo (Collettivo Umberto Boccioni) aveva deciso di occupare il liceo artistico di piazzale Arduino per protestare contro la riforma della Buona Scuola, l’Expo e le condizioni fatiscenti dell’edificio. Gli studenti erano entrati all’alba da una finestra aperta, cercando di impedire l’accesso a docenti e preside. Durante la mattinata due estintori erano stati scaricati nel corridoio dell’auletta professori e dopo concitate trattative tra Pietro Calascibetta, il dirigente, e i ragazzi, l’occupazione era stata trasformata in autogestione. Rimanevano i danni: 3mila euro per l’impresa di pulizie intervenuta a ripulire il corridoio e tante scritte rimaste sui muri della scuola. Nei giorni scorsi, a nome del collettivo, si erano presi la responsabilità uno studente e una studentessa. ORA SONO arrivate le sanzioni: due giornate di lavori socialmente utili. «I due ragazzi sistemeranno e ridipingeranno i muri spiega Calascibetta dove sono apparse scritte sfuggite di mano al gruppo». Il dirigente ha apprezzato che i due giovani si siano fatti avanti. «Sono due ragazzi che stimo parecchio prosegue perché avevano cercato di indirizzare le rivendicazioni degli studenti sui giusti binari. È positivo che ci siano due persone che si assumono la responsabilità per quanto è successo. E che si sia aperto un dialogo per riflettere su quanto accaduto». Invece non è ancora venuto fuori l’autore del danno causato dalla polvere dei due estintori svuotati. Anzi, il Cubo fa sapere che non sarebbero stati «gli studenti del collettivo, ma qualcuno che si è aggregato successivamente, la cui identità non ci è purtroppo ancora nota». È partita comunque una colletta per acquistare nuovi estintori.
Articolo di Luca Salvi pubblicato su Il Giorno il 28 febbraio 2015
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