Triches, presidente di Confedilizia, prepara le contromosse contro il degrado del centro
Guerra nera ai graffiti. Confedilizia Belluno scende in campo contro il degrado e la maleducazione: «sporcare la città è un reato, se serve ci costituiremo parte civile». Non sono forme d’arte, deturpano edifici pubblici e privati provocando danni economici e deprezzano intere vie della città: sul fenomeno l’associazione dei proprietari immobiliari ha le idee chiare e promette di sfoderare il pugno di ferro. L’iniziativa, lanciata dalla sede centrale a tutte le associazioni territoriali e raccolta anche dal gruppo bellunese presieduto da Diego Triches prenderà il via subito dopo Pasqua con la costituzione dei cosiddetti «gruppi antigraffiti». Squadre di volontari e di associati paladini del decoro che, macchinetta fotografica alla mano e lingua pronta a bacchettare chi viene colto in flagrante, si impegneranno a girare la città sulle tracce dei graffitari.
«Non se ne può più di queste scritte – commenta il presidente regionale dell’associazione Michele Vigne -, anche per Belluno sono una piaga. Chiediamo agli associati e a tutti i cittadini sensibili al tema del decoro di scattare una foto quando si imbattono in qualche nuovo graffito, e solo dopo procedere alla pulizia del muro. Noi raccoglieremo le segnalazioni e le presenteremo alla polizia. Sporcare i beni privati e pubblici è un reato e noi, se sarà necessario, ci costituiremo parte civile per il risarcimento dei danni. Inoltre partiranno una serie di incontri nelle scuole, per sensibilizzare i ragazzi». Il fenomeno è solo una delle facce del degrado in cui sta scivolando il centro cittadino. L’altra sono gli schiamazzi notturni durante le sere di festa dei fine settimana, la sporcizia fatta di bottiglie abbandonate, di mozziconi di sigarette, vomito e pipì. Anche su questo Confedilizia ha una sua posizione. «Le aree non si deprezzano per l’eccessiva movida dei giovani – spiegano Triches e Vigne -, questo è certo. Da sempre i centri storici sono il cuore della vita cittadina, con gli alti e i bassi che questo comporta. La barbarie e la mancanza di senso civico non vanno bene, occorre trovare una via di mezzo, perché la città sia viva nel rispetto delle esigenze di tutti».
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